Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 22 NOVEMBRE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Ictus. Per ogni incremento del 10% di malattie da trombosi, l'Italia perde mezzo punto di Pil


E' quanto emerge dai dati della Stroke-American Heart Association diffusi dall’Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. 

02 GIU - Per ogni  incremento del 10% di ictus e di malattie da trombosi, l’Italia perde mezzo punto di PIL. L’Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni, per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l’anno. E’ quanto segnalano i dati di Stroke- American Heart Association diffusi dall’ Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. 
 
“Un costo troppo alto – sottolinea Alt in una nota - Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri  7 fino a  13  miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l’Ictus uccide:  in 90 malati su 100 lascia segni  indelebili, a livello mentale e fisico,  solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus”.
 
Ma l’Ictus non è solo un mondo per vecchi. La  fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni.  Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all’anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto.

“La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di Alt, Lidia Rota Vender -  tipica di chi non ha ancora 40 anni  non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute”.
 

02 giugno 2014
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy