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Influenza. L'UE lancia l'allarme. Solo l'Olanda raggiunge l' obiettivo del 75% di vaccinati. L'Italia attorno al 60%

di Maria Rita Montebelli

Su 23 nazioni, solo i Paesi Bassicentrano il target per le eprsone anziane. Mentre 12 Paesi si fermano ad una copertura del 40-60%. In generale sembra che l'implementazione non rappresenti una priorità assoluta. Bassa copertura anche per donne incinte e operatori sanitari. Questi i risultati di  un’analisi ad interim dell’ECDC. Il documento

11 GEN - Alla fine del 2009 il Consiglio Europeo emanava una raccomandazione sulla ‘vaccinazione contro l’influenza stagionale’ (2009/1019/EU), che invitava gli Stati membri e le Nazioni SEE (Spazio Economico Europeo) a prendere provvedimenti per mitigare l’impatto dell’influenza stagionale, attraverso piani e politiche nazionali, regionali o locali, mirati ad aumentare la copertura vaccinale. L’obiettivo fissato è il raggiungimento - se possibile entro la stagione 2014-15 - di un tasso di copertura del 75% per le fasce di popolazione più anziane. Veniva auspicato inoltre di estendere questo target anche ai pazienti con patologie croniche (respiratorie, cardiovascolari, metaboliche, immunodeficienze) e ad altri gruppi a rischio (es. donne incinte e bambini). Gli Stati Membri sono incoraggiati a migliorare il tasso di copertura vaccinale tra gli operatori sanitari. Tra le attività di contorno si raccomanda la ricognizione delle cause alla base della mancata vaccinazione di alcuni gruppi e la messa in campo di iniziative educative e informative in grado di rimuovere gli eventuali ostacoli.
 
Allo stato attuale, il raggiungimento di questi target va contestualizzato nel difficile periodo economico che attraversano diversi Stati dell’UE. E tuttavia gli esperti invitano a considerare la vaccinazione uno strumento con un buon rapporto di costo-efficacia, se non addirittura cost-saving, a vantaggio della salute dei cittadini.
La Commissione è stata invitata a riferire con regolarità al Consiglio sullo stato di implementazione della Raccomandazione, sulla base dei dati forniti dai singoli Stati.
 
Un documento (Commission Staff Working Document) della Commissione, appena licenziato e basato su un’analisi ad interim dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), descrive dunque lo stato di implementazione della Raccomandazione. I dati presi in considerazione nella stesura dal rapporto dell’EDCD provengono da due fonti: la survey annuale del progetto VENICE (Vaccine European New Integrated Collaboration Effort), che raccoglie i dati sulla copertura vaccinale antinfluenzale, forniti dalle istituzioni sanitarie pubbliche (es. Ministeri della Salute) e un questionario supplementare, sviluppato dall’ECDC per raccogliere ulteriori informazioni, rilevanti ai fini della Raccomandazione del Consiglio.

1. Politiche e piani di azione nazionali, regionali, locali
Quasi tutte le Nazioni europee (tra queste l’Italia) hanno messo in atto strategie o politiche nazionali e/o regionali per l’influenza stagionale. Quattordici Nazioni (tra le quali l’Italia) hanno anche fatto una stima dei costi di varie attività, quali iniziative dedicate alle popolazioni a rischio per migliorare l’awareness e l’accesso alla vaccinazione, al fine di aumentare i tassi di copertura. Dieci Paesi (tra cui l’Italia) su 14 hanno comunicato un adeguato stanziamento di fondi per l’implementazione del piano.
 
2. Anziani
Ventitre Nazioni hanno fornito dati sulla vaccinazione anti-influenzale tra la popolazione anziana. Di queste, 12 Nazioni hanno comunicato un tasso di copertura tra il 40 e il 60% (per l’Italia negli ultimi anni la copertura in questa classe d’età è stata del 60% circa). Solo l’Olanda ha raggiunto o addirittura superato l’obiettivo del 75% , mentre il Regno Unito è prossimo al traguardo. L’impressione generale rimane tuttavia quella che l’implementazione della vaccinazione anti-influenzale non rappresenti una priorità assoluta.
 
3. Pazienti con patologie croniche
La maggior parte delle Nazioni UE non fa un monitoraggio dei tassi di copertura vaccinale tra i pazienti con patologie croniche e questo rende difficile stimare cosa stia effettivamente avvenendo. Anche in questo caso, per diverse Nazioni, l’aumento del tasso di vaccinazione in questi gruppi di pazienti non sembra rappresentare una priorità. L’Italia è uno dei Paesi che non ha fornito dati al riguardo.
 
4. Donne incinte e bambini
Sulla carta, diversi Stati Membri raccomandano la vaccinazione influenzale per le donne incinte; di fatto poi però manca un monitoraggio puntuale di queste attività. Le attuali evidenze scientifiche giustificano la vaccinazione antinfluenzale per le donne incinte e i bambini. Nella stagione 2011-12 in Italia sono stati vaccinati il 2,2% dei bambini tra 6 e 23 mesi e il 4,2% di quelli tra 2 e 4 anni.
 
5. Operatori sanitari
Nella maggior parte dei Paesi europei viene raccomandata la vaccinazione antinfluenzale per gli operatori sanitari; l’effettiva copertura raggiunta non viene però quasi da nessuno misurata: solo 6 Nazioni hanno fornito dati per la stagione 2011-12 (l’Italia non è tra questi). I pochi dati disponibili indicano tuttavia un basso tasso di copertura vaccinale, rafforzando così l’impressione che non è stato fatto alcun passo avanti verso l’implementazione della vaccinazione tra gli operatori sanitari. Addirittura, la Romania, che nella stagione 2008-9 aveva vaccinato il 90% dei suoi operatori sanitari, è ‘precipitata’ a poco più del 50% nella stagione 2011-12.
 
Perché la gente non si vaccina?
 
1. Anziani, pazienti con patologie croniche, bambini e donne incinte
Tra le motivazioni raccolte nei diversi Paesi, quelle ricorrenti sono: scarsa percezione del rischio (compreso quello di contagiare altre persone), paura di possibili effetti indesiderati della vaccinazione o scarsa fiducia nella sua efficacia, scarsa accessibilità, problemi di costo (o di non rimborsabilità), scarsa informazione in generale sull’influenza e sulla vaccinazione, scarsi incentivi ai medici di famiglia per vaccinare contro l’influenza.
 
2. Operatori sanitari
Anche in questa categoria, gli ostacoli alla vaccinazione riscontrati sono: scarsa percezione del rischio, paura di possibili effetti indesiderati della vaccinazione o scarsa fiducia nella sua efficacia.
Iniziative messe in campo per abbattere le barriere
Nonostante la Raccomandazione incoraggi gli Stati Membri a migliorare l’informazione e l’educazione sull’influenza e la sua vaccinazione, scarsissimi progressi sono stati fatti al riguardo. Nella maggior parte dei Paesi, i tassi di copertura vaccinale tra le popolazioni target rimangono bassi o non vengono neppure monitorati. Inoltre non sembrano esserci all’orizzonte iniziative volte a rafforzare i programmi vaccinali, superare le barriere alla vaccinazione e aumentare i tassi di copertura.
 
Maria Rita Montebelli

11 gennaio 2014
© Riproduzione riservata


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