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Le classifiche degli ospedali, il Patto per la Salute e il “Teatro delle Ombre”

di C.F.

Agenas e ministero tentennano sul Programma nazionale esiti e il privato li scavalca e lancia il suo portale con i migliori ospedali dove andarsi a curare. La Conferenza delle Regioni si riunisce per l’ennesima volta a porte chiuse per discutere del Patto per la Salute che riguarda tutti noi e secreta i documenti. Ma chi ha paura di cosa?

31 OTT - Ieri abbiamo assistito a due episodi che bene esemplificano un certo modus operandi (e “pensandi”) della pubblica amministrazione che ricorda il “Teatro delle Ombre”.
 
Il primo è la presentazione alla stampa del nuovo portale “Dove e come mi curo”, realizzato da un network privato ed edito dalla Formex srl di Milano, con la consulenza di esperti di rinomata autorevolezza, che, utilizzando in massima parte i dati del Programma nazionale esiti di Agenas e ministero della Salute, ha messo sul web gli indicatori di performance degli ospedali italiani dando vita a una vera e propria guida alla scelta dei migliori luoghi di cura.
 
In sostanza ha fatto quello che in tanti hanno sollecitato in questi due anni di vita del PNE e cioè di dare la possibilità ai cittadini di conoscere esiti e qualità delle cure ospedaliere del Ssn (pubblico e accreditato) così da poter avere elementi di conoscenza ufficiali e accreditati utili a decidere dove farsi curare, senza doversi basare unicamente sui consigli di parenti e di medici “amici”.
 
I tentennamenti di Agenas, delle Regioni e del ministero (va dato atto al ministro Lorenzin che, con la battuta sul Trip Advisor, aveva sposato da subito l’idea che quei dati dovessero diventare patrimonio pubblico e per questo è stata anche sbeffeggiata da molti) hanno fatto sì che qualcun altro abbia fatto il lavoro al posto loro. Chapeau.
 
Ora si potrà discutere, e gli elementi non mancano, sul fatto che a stilare la famosa “classifica” sia un privato e non il pubblico,  ma resta il fatto che se le istituzioni latitano non ci si può indignare se qualcuno occupa quegli spazi.  
 
Il secondo episodio è di tutt’altra natura ma rientra anch’esso nel “Teatro delle Ombre”. Sempre ieri si è riunita la Conferenza dei Presidenti delle Regioni per l’ennesimo tour de force sul Patto per la Salute. Come ormai ci stiamo abituando, anche questa Conferenza si è svolta nella totale segretezza. Nessun verbale pubblico di riunione, nessuna comunicazione ufficiale (se non qualche striminzita battuta ai giornalisti al termine dei lavori), come se quelle persone non stessero esercitando funzioni pubbliche ma stessero disquisendo di fatti privati.
 
Ma la Conferenza dei Presidenti non è un club tipo Lions o Rotary. Essa, infatti, seppur nata nel lontano 1981 come organismo di coordinamento politico fra i presidenti delle giunte regionali e delle province autonome si è trasformata nel tempo, e soprattutto dopo il nuovo titolo V, in sede ufficiale della interlocuzione istituzionale interregionale. In questa sede sono predisposti i documenti che poi sono presentati nelle riunioni delle Conferenze Stato Regioni e Unificata.
 
In altre parole dalla Conferenza dei Presidenti vengono fuori quelle che diventeranno domani intese o accordi con valenza normativa e programmatoria anche nazionale. Ma il tutto avviene al di fuori di qualsiasi controllo democratico come invece, ovviamente, accade nelle aule del Parlamento che ormai su molte materie (e tra queste senz’altro la sanità) non è più de facto l’unico organo legislativo di questo Paese. Ma in Parlamento anche una battuta di un deputato o senatore che sia viene registrata e rendicontata. Nelle varie conferenze (delle Regioni, Stato Regioni e Unificata) no.
 
Il fatto stesso che il Patto per la Salute, che negli anni si è via via trasformato in un vero e proprio atto normativo con all’interno decisioni e proposte che possono anche stravolgere l’ordinamento preesistente dovrebbe comportare quanto meno la publicizzazione dei lavori ad esso propedeutici.
 
In questo caso, poi, quando all’interno del Patto si discute di contratti e status giuridico del personale, di nuovi sistemi per remunerare la filiera farmaceutica, di nuovi modelli di prontuario terapeutico e di mille altre cose di questo calibro, non si comprende proprio come tutto ciò possa essere discusso e deciso a “porte chiuse”.
 
Ma anche in questo caso, come in quello del portale web sui migliori ospedali, la reticenza e la segretezza dei protagonisti del “Teatro delle Ombre” sono stati parzialmente vanificati. Con un bel colpo giornalistico il Sole 24 Ore Sanità ha pubblicato i documenti “secretati”  (da noi rilanciati oggi) che stanno emergendo dal lavoro dei tecnici regionali per la stesura del Patto, rompendo così il giochino delle carte nascoste.
 
In quei documenti, che dalla Conferenza delle Regioni si sono affrettati a liquidare come semplici ipotesi di lavoro tecniche senza alcun vaglio politico (come già accaduto a gennaio 2012 in occasione della divulgazione sulla stampa di un'altra bozza di lavoro), vengono fuori moltissime proposte anche innovative che, al di là del giudizio di merito, lasciano trasparire un lavoro e una “fantasia” propositiva dei funzionari regionali su cui sarebbe bene discutere e ragionare pubblicamente.
 
Senza paura. Perché alla fine, mi sembra, il problema del “Teatro delle Ombre” sta tutto qui. Nella “paura” del nostro giudizio, del nostro pensiero e dei nostri comportamenti da parte di chi ci governa ai vari livelli. E si può avere paura solo per due ragioni: o perché si ha paura dei propri stessi atti (come nel caso del PNE i cui risultati terrorizzano per primi chi li ha prodotti) oppure perché si ha paura di scoprire le carte (come nel caso della Conferenza delle Regioni) perché evidentemente si teme che una volta venute allo scoperto possa diventare poi più difficile portare avanti il loro contenuto.
 
Vorrei sbagliarmi. Ma temo sia proprio così.
 
C.F.

31 ottobre 2013
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