Il riformista che non c’è. Cozza (Fp Cgil Medici): “Giusto, ripartiamo dal lavoro”
di Massimo Cozza
Le proposte lanciate nell’ultimo libro di Cavicchi rappresentano una “provocazione” utile per rilanciare almeno tre asset nel dibattito: il definanziamento del sistema sanitario, la riforma del titolo V e la forma dell’azienda sanitaria. Ma resta comunque fondamentale ripartire dal lavoro come fattore di cambiamento
30 OTT - “Il riformista che non c’è”, l’ultimo libro di Cavicchi pone diversi temi non più eludibili, sui quali aprire un dibattito tra quanti credono nel bene prezioso di un sistema universalistico da salvaguardare, riformandolo e migliorandolo.
I punti di partenza più generali appaiono tre. Non sono più sostenibili: una politica di definanziamento del sistema sanitario, l'attuale modello istituzionale di concorrenza tra Governo centrale e Regionale (frutto amaro del nuovo Titolo V della Costituzione), e l'attuale forma aziendalistica di governo degli ospedali e del territorio.
Fondamentale è ripartire dal lavoro come fattore di cambiamento, chiave con la quale dobbiamo riaprire le porte chiuse per arrivare ad una vera politica riformatrice.
Condivisibile è l'attenzione posta su un sistema retributivo costituito da una parte fissa ed una parte legata agli esiti. Già oggi i nostri contratti coniugano i termini di valutazione e di produttività, ma va riformato anche il sistema della progressione professionale oggi ingessato.
In questo quadro l'ennesimo taglio lineare del DDL sulla Stabilità, centrato proprio sulla eliminazione delle risorse che si sarebbero potute utilizzare nella contrattazione aziendale nell'ambito del salario accessorio (e quindi legato a valutazione, produttività, esiti), appare una scelta sbagliata e miope. Per non parlare del blocco del contratto e delle retribuzioni individuali congelate da ben 5 anni.
Giustamente va valorizzato anche un nuovo contesto nel quale il lavoro viene portato avanti. Basti pensare al tema della responsabilità professionale che sta portando ad un clima di profonda sfiducia tra i medici e gli operatori sanitari con pesanti ricadute economiche sul sistema salute, senza reali benefici per i cittadini, ma a vantaggio di studi legali e sistemi assicurativi. Ed è paradossale che Regioni e Governo non mettano in campo una forte iniziativa politica per cambiare le norme sulla responsabilità professionale, che rappresenterebbe una vera spending review con risultati vantaggiosi per tutti gli attori della salute.
C'è bisogno, infine, di una riforma che, senza steccati corporativi, affronti la sfida delle nuove competenze di tutti gli attori in una visione integrata ed unitaria.
Bene ha fatto Ivan Cavicchi a lanciare la provocazione del riformista che non c'è. Speriamo nelle risposte di tanti.
Massimo Cozza
Segretario Nazionale Fp Cgil Medici
30 ottobre 2013
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