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Farmacie: Cerm, sentenze non siano usate per salvare il corporativismo


Secondo il Cerm, solo una "lettura strumentalizzata" può interpretare le sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea come un “no” alla commercializzazione del farmaco fuori delle farmacie. Al contrario, sempre secondo il Cerm, esse sono in armonia con quanto richiesto dall’Antitrust e dalla Commissione Europea in merito al superamento degli aspetti anti-concorrenziali e di chiusura corporativistica che caratterizzano il settore.

29 OTT - La distribuzione del farmaco resta terreno di forti polemiche sul piano delle liberalizzazioni. "Si è parlato, negli ultimi tempi di un presunto contrasto tra le indicazioni dell’Antitrust e della Commissione Europea, da un lato, e le sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea dall’altro”, spiegaa Quotidiano Sanità Nicola Salerno, senior economist presso il Cerm, presentando un ultimo lavoro di analisi in materia di riforme delle farmacie e della distribuzione (vedi allegato a fondo pagina).
“Antitrust e Commissione – affermal’economista -, nei rispettivi ruoli e con gli strumenti propri di ciascuno, chiedono il superamento degli aspetti anti-concorrenziali e di chiusura corporativistica che caratterizzano il settore. Dalle due Corti sono sopraggiunte sentenze che, a prima vista e soprattutto ad occhio inesperto, potrebbero sembrare sconfessare rispettivamente l’Antitrust e la Commissione". Un'interpretazione che "si invoca adesso per sostenere il Ddl Gasparri-Tomassini” in discussione in commissione Igiene e Sanità del Senato. “Si chiama in causa per sostenere che l’assetto attuale della distribuzione del farmaco non necessita di interventi di riforma”, come avvenuto, ricorda Salerno, nel corso della puntata de “La versione di Oscar” su Radio 24 con in studio il presidente della Fofi, Andrea Mandelli (vedi articolo correlato a fondo pagina).
Secondo l’economista, “il rischio è che le sentenze vengano strumentalizzate per confondere il confronto tra le parti e ostacolare la finalizzazione delle riforme. Il loro disallineamento è solo apparente e andrebbe fugata ogni ombra di dubbio”. Obiettivo che Salerno ha deciso di raggiungere attraverso una “lettura ragionata delle posizioni espresse dalle quattro Istituzioni, che tenga conto della loro sfera di competenze e delle loro attribuzioni”.
 
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29 ottobre 2010
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