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Farmacisti Ue: “Scarsa la comunicazione tra ospedale e territorio”


Eppure per la maggior parte dei professionisti del farmaco la comunicazione è fondamentale per una buona assistenza. Per il 66% dei farmacisti ospedalieri e per il 78% di quelli territoriali, i pazienti dimessi non vengono adegutamente istruiti sulle terapie da seguire. I risultati di una survey europea.

09 SET - La comunicazione tra i professionisti della salute è importante, ma nei fatti è scarsa e non semplice da migliorare. Almeno da quando emerge dalla survey condotta dalla European Association of Hospital Pharmacists, in collaborazione con EuroPharm Forum, per valutare il livello di comunicazione tra i farmacisti ospedalieri e i farmacisti di comunità.
Al sondaggio hanno risposto oltre 534 farmacisti da 35 Paesi europei. In particolare, il 75% dei farmacisti che hanno risposto esercita in ambito ospedaliero, il 20% in ambito territoriale e il restante 5% in entrambe le aree. Gli italiani rappresentano la quota più forte dei rispondendi (34%), seguiti da Danimarca (14%) e Uk (5),

Quasi tutti i farmacisti hanno evidenziato l'importanza della comunicazione tra i due settori professionali. Comunicazione che, tuttavia, oggi è percepita come scarsa o addirittura inesistente per la metà dei farmacisti territoriali.
La mancanza di comunicazione è imputata in particolare a 3 motivi:
1.    mancanza di sistemi informatizzati condivisi (ha risposto così circa il 50-60% dei farmacisti)
2.    percezione che non sia una prerogativa importante della professione (ha risposto così circa il 40-50% dei farmacisti)
3.    mancanza di tempo (ha risposto così circa il 40-45% dei farmacisti)

Il 60% circa dei farmacisti territoriali e il 50% circa di quelli ospedalieri ritiene la comunicazione interprofessionale importante, sia al momento del ricovero che alla dimissione dall'ospedale (la ritiene essenziale rispettivamente il 20 e 18%). Tuttavia il 50% dei farmacisti di comunità afferma di non avere avuto mai contatti coi colleghi ospedalieri, anche se solo il 20% dei farmacisti ospedalieri la pensa allo stesso modo.

Il 66% dei farmacisti ospedalieri ed il 78% dei farmacisti di comunità pensa che i pazienti non ricevano adeguato counselling riguardo alle terapie farmacologiche al momento della dimissione. Il 70% dei farmacisti, ospedalieri e territoriali, ritiene che questo compito sia prerogativa del farmacista ospedaliero pensa che sia prerogativa del farmacista ospedaliero fare couselling al paziente in dimissione.
 

09 settembre 2013
© Riproduzione riservata


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