La legge di bilancio 2025 e la tutela dalle dipendenze non vanno proprio a braccetto. E dire che il tema delle soggezioni alle patologie da gioco d’azzardo costituisce un argomento principe da mettere sotto cura principalmente attraverso le politiche di bilancio. È infatti difficile conseguire obiettivi di crescita, di redistribuzione del reddito e di riduzione di squilibri territoriali e settoriali senza l’adozione di misure che incidano strutturalmente, in senso ovviamente positivo, sui limiti comportamentali della società civile. Specie su quelle che predano le famiglie dei ‘quattrini’ necessari a sbarcare finanche il lunario. Tra questi, la ludopatia, cui i suoi componenti sono progressivamente soggetti ad essa indipendentemente dai rispettivi ceti sociali, è quella che assume un effetto depredante, la caratteristica però che registra una cointeressenza economica dello Stato.
Il pericolo della cancellazione delle misure strutturali
Ebbene, la legge di bilancio per il 2025, non solo non affronta il problema della dipendenza da gioco d'azzardo offrendole le soluzioni occorrenti, bensì arriva a concretizzare due effetti negativi. Lo fa con l’art. 66, attraverso il quale si diminuiscono le risorse e si mantengono inalterate le utilità economiche di chi gestisce il gioco, spesso retto da lobby contigue al malaffare, per valori di incasso che vanno oltre i 135 miliardi di euro all’anno (2022), pari a cinque leggi di bilancio. Con un siffatto precetto si fanno non pochi guai. Si arriva a sopprimere il fondo vincolato per gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dalle patologie del gioco d’azzardo e ad abrogare la norma costitutiva dell’organismo “Osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardo e alla dipendenza grave”, quale “organismo consultivo del ministro della Salute”. Un intervento che lascia nudo il ministro Schillaci ad affrontare il gravissimo problema: senza risorse e senza un così importante strumento collaborativo.
Questo è quanto avverrebbe, ad approvazione avvenuta dell’anzidetto art. 66, nella lotta alla ludopatia, lasciata libera di fare proseliti, e nell’utilità economica dei gestori delle scommesse di ogni tipo di fare propri centinaia di miliardi di incassi, con utili anche essi miliardari.
Un evento non utile alla sostenibilità del bilancio di Stato e Regioni nel medio e lungo periodo
Ettore Jorio