Raggiunto il picco di incidenza di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia nell’ultima settimana del 2023 con un valore di 18,3 casi per mille assistiti. Nella prima settimana del 2024 si osserva, infatti, un calo dell’incidenza che è pari a 16,5 casi per mille assistiti (18,3 nella settimana precedente). Ma l'ondata ancora non è alle spalle: negli ultimi sette giorni i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 971.000, per un totale di circa 7.800.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza. Si sottolinea che a tale aumento concorrono diversi virus respiratori sebbene predominino quelli dell’influenza. È quanto sottolinea il Rapporto RespiVirnet dell'Iss.
L’incidenza è in netta diminuzione nelle fasce di età pediatriche e maggiormente nei bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 33,6 casi per mille assistiti (47,2 nella settimana precedente), stabile negli adulti e anziani. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 33,62 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 14,43 nella fascia 15-64 anni a 17,69 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 10,45 casi per mille assistiti.
“Sia i dati epidemiologici che microbiologici sembrano indicare che stiamo superando il picco, anche se è fortemente probabile una circolazione sostenuta anche nelle prossime settimane, facilitata dalla riapertura delle scuole - commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -. Continuiamo a raccomandare pertanto le vaccinazioni per le persone più a rischio, ancora utili in vista della ‘coda’ della stagione che durerà ancora diverse settimane, e una sana prudenza nei comportamenti. Resta valida la raccomandazione di non assumere antibiotici, inutili in caso di infezioni virali, se non su indicazione del proprio medico, e di recarsi al pronto soccorso solo se strettamente necessario”.
Tutte le Regioni/PPAA, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale. Scendono a due le Regioni/PPAA in cui è stata raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza (Abruzzo, Sardegna). Valle d’Aosta e Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet.
Durante la settimana 1/2024, la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari al 34%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (46%).
Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano largamente prevalenti (99%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09.
Tra i campioni analizzati, 193 (8,4%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, 211 (9,2%) per RSV e i rimanenti 139 sono risultati positivi per altri virus respiratori, di cui: 72 Rhinovirus, 25 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 22 Adenovirus, 11 Metapneumovirus, 7 virus Parainfluenzali e 2 Bocavirus.
Diversi virus respiratori contribuiscono a determinare il valore di incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) registrato nella settimana 1 (16,5 casi per mille assistiti, come riportato nel Rapporto epidemiologico RespiVirNet del 12/01/2024), tra cui prevalentemente i virus influenzali, SARS-CoV-2, RSV e Rhinovirus.
“I dati virologici confermano che i virus influenzali prevalgono tra quelli respiratori circolanti – afferma Simona Puzelli, responsabile della sorveglianza virologica RespiVirNet e curatrice del report virologico -. In particolare, tra i virus influenzali di tipo A il sottotipo prevalente è H1N1pdm09, che rappresenta il 77,7% di tutti i virus influenzali identificati finora nella stagione 2023-2024”.