Carenza di personale sanitario, disabilità e differenze territoriali. E poi scuola, formazione e investimenti su lungo periodo. Questi i temi toccati dal Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli intervenuta in occasione del 17° Forum Risk Management in corso ad Arezzo fino al 25 novembre.
Il neo Ministro per le Disabilità ha subito espresso grande soddisfazione per una manovra finanziaria fatta nel giro di poche settimane, in un momento storico socioeconomico molto difficile per il nostro Paese, e che parla “di sanità, di famiglie, di persone fragili e di persone in difficoltà”. Questa manovra, ha detto, rappresenta “un ottimo lavoro in un momento molto difficile e un punto di partenza” per il prossimo anno.
Uno dei temi caldi del Forum è la carenza di personale sanitario e, a proposito di questo, Locatelli ha rassicurato la platea dicendo che una parte della manovra interesserà specificatamente questo aspetto. “Io mi occupo della parte più sociale che riguarda la disabilità”, ha detto il Ministro. “Abbiamo ribadito e reso strutturali le risorse messe a disposizione per i nuclei con persone con disabilità nell’assegno unico familiare. E poi un piccolo, ma grande, aspetto è quello di rivolgersi ai contesti più degradati delle grandi città delle periferie, dove spesso le persone con disabilità e le loro famiglie vivono isolate in contesti di cui si parla per degrado, violenza, spaccio, ma non di quegli aspetti virtuosi che alcune piccole associazioni riescono a portare”, ha aggiunto. “Non è questo il fulcro della manovra, ma io sono orgogliosa di poter dire che quel pezzettino lo vogliamo mettere a disposizione proprio delle fasce più deboli in contesti più difficili”.
Apertura alla collaborazione verso il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, anche per affrontare il tema delle disabilità in ambito scolastico dove spesso si fa ancora troppa fatica a riconoscere questo tipo di problematiche. Tante le proposte che arrivano dal mondo associativo “ma anche dalle famiglie che sono le prime ad essere preparate su questo tema”, ha sottolineato Locatelli. L’obiettivo è quello di “mettere al centro quelli che sono i bisogni delle famiglie dei bambini con disabilità, a partire da quello che è il tema della formazione degli insegnanti che si occupano di sostegno”.
Per il Ministro, poi, le differenze territoriali che riguardano l’Italia devono essere tutte prese in considerazione quando si parla di sociale. La diversità deve essere indagata e valutata perché ogni regione ha le proprie risorse e il proprio metodo organizzativo. “Credo che una riflessione sia voluta da tutti, da questo punto di vista, perché nessuno vuole appiattirsi sulle regole degli altri. Credo che bisogna sedersi a un tavolo diverso, a parte, per i L.E.P.S. proprio perché, trattandosi di livelli essenziali sociali, dei quali si parla da tantissimi anni e non se ne è mai poi concretizzato il valore, è necessario che adesso ci siano tecnici e personale, anche dagli stessi ministeri, che si faccia carico di questo tema e lo metta a sistema”.
Disabilità però vuol dire anche cronicità e quindi investimenti sul lungo periodo. “Quando pensiamo al piano non autosufficienza, piano triennale, – ha commentato Locatelli - possiamo già guardare a un futuro che ci dice che non serve più solo distribuzione di risorse a pioggia. Il mondo della disabilità e delle famiglie ci chiede soprattutto servizi. Ed è qui, un'altra volta, che entra in gioco la differenza che tra i diversi territori”.
Serve coinvolgimento di tutti gli attori: “Dobbiamo saperli stimolare per poter garantire questi servizi, per mettere le famiglie e i caregiver nella condizione di potersi sentire più liberi, nel momento in cui hanno un'emergenza, di affidare il proprio figlio e il proprio caro a un centro diurno o a un'altra struttura sul territorio. Tutto questo deve essere messo a sistema”.
Pensare ai progetti di vita e alle singole persone è un imperativo per il ministro Locatelli. “Questo lo devono fare tutti, deve travalicare i confini e ovviamente bisogna capire nei singoli sistemi territoriali in che modo riescono a svilupparsi”.