Ipovisione. Allarme in Italia. Check-up gratuiti dal 20 al 23 settembre
Un italiano su 3 non sa definire l’ipovisione e il 75% sottostima il problema. Eppure nel nostro paese la cataratta colpisce l’8,5% della popolazione nella sola fascia di età 70-74 anni; sono circa 550.000 i pazienti affetti da glaucoma e 233.000 quelli affetti da degenerazione maculare di forma umida.
19 SET - Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel mondo ci sono 285 milioni di persone con gravi problemi di vista e di questi 39 milioni sono ciechi e 246 milioni sono ipovedenti. Eppure questo disturbo è ancora poco conosciuto e troppo sottostimato in Italia, nonostante le gravi conseguenze sulla vita delle persone e sui costi assistenziali.
Se ne è parlato oggi a Roma nel corso del convegno “Il Valore della Vista. La salute degli occhi tra bisogni e realtà nel contesto socio sanitario italiano” promosso da Novartis e Alcon, con il patrocinio dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-Iapb Italia onlus, della Società Oftalmologica Italiana (Soi) e della Società Italiana della Retina (Sir), in occasione del quale è stata presentata un’indagine
Doxapharma da cui emerge che la vista è il senso più prezioso per gli italiani, ma 1 su 3 non sa definire l’ipovisione e il 75% sottostima le reali dimensioni del problema.
Per sensibilizzare e aiutare gli italiani ad avere cure dei propri occhi, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-Iapb Italia onlus ha quindi deciso di mettere a disposizione l’Unità Mobile Oftalmica per offrire ai cittadini check-up gratuiti dal 20 al 23 settembre, dalle ore 10.00 alle ore 17.00 in Piazza di Montecitorio. Gli oculisti effettueranno un esame completo fornendo tutte le informazioni utili per riconoscere i primi sintomi che possono compromettere la visione. “Crediamo molto nelle iniziative a sostegno della prevenzione delle malattie della vista – ha dichiarato Giuseppe Castronovo, presidente dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-Iapb Italia onlus –, perché la prevenzione infatti è lo strumento principale per arrestare tempestivamente soprattutto quelle patologie degenerative che possono compromettere in maniera severa non solo la salute delle persone, ma anche la loro autonomia e indipendenza”.
“L'ipovisione è un'area della salute in cui il progresso scientifico è stato rapido ma è ancora in continua evoluzione. In considerazione dell'impatto sociale ed economico che una ridotta capacità visiva può avere sulla vita delle persone, ma anche sul sistema sanitario, è importante offrire le migliori soluzioni di cura e assistenziali disponibili”, ha affermato il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Ssn intervenendo al Convegno e sottolineando che “nel caso di malattie come la degenerazione maculare senile o l'edema maculare diabetico sappiamo, inoltre, che gli stili di vita hanno una profonda influenza, è vitale dunque un investimento, un piano strategico per la salute pubblica”.
“In Italia la Prevenzione della Cecità e dell’Ipovisione è un capitolo specifico nel Piano Nazionale della Prevenzione. – ha ricordato Mario Stirpe, presidente della Commissione di Prevenzione della Cecità –, il nostro paese è pertanto consapevole dell’importanza della vista, tanto che si stanno mettendo in atto delle azioni congiunte per favorire la prevenzione della malattie e la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici appropriati. In tal senso è fondamentale sviluppare linee guida e protocolli che assicurino maggiore sostegno al paziente tramite cure innovative e sicure e un’assistenza continuativa basata su un’integrazione tra le diverse strutture assistenziali, tra ospedale e territorio”.
“L’oftalmologia – ha aggiunto Philippe Barrois, amministratore delegato e presidente di Novartis in Italia - rappresenta per Novartis un’area di forte impegno nella ricerca e sviluppo di terapie e tecnologie per fornire soluzioni innovative alle esigenze mediche e ai bisogni dei pazienti. L’incontro di oggi è un momento importante di dialogo con gli attori del Sistema Salute: Istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti. E’ fondamentale lavorare insieme e fornire adeguate risorse per garantire appropriatezza e sicurezza delle cure e una risposta assistenziale integrata ed omogenea. La diagnosi tempestiva e l’accesso all’innovazione possono permettere di ridurre i casi di cecità ed ipovisione e i conseguenti costi sanitari e sociali, ma soprattutto di raggiungere l’obiettivo comune che è il diritto alla vista e alla salute dei cittadini”.
Ma quanto e come è percepito il problema della vista nel nostro Paese? Dall’indagine Doxapharma emerge sebbene per 9 italiani su 10 la vista sia il senso più importante e perderla sarebbe un trauma, difficile anche solo da immaginare, ben il 75% del campione non ha idea di cosa significhi ipovisione né quali siano le malattie che la generano.
“L’ipovisione in Italia è un problema dai contorni estremamente ‘sfuocati’, l’informazione infatti è piuttosto scarsa e si sottostimano le reali dimensioni del problema. – ha commentato Giuseppe Venturelli, managing director Doxapharma –. Il fenomeno può essere spiegato dall’atteggiamento fatalista degli italiani che sono generalmente poco preoccupati dei problemi di salute, e di quelli della vista in particolare. Basti pensare che ben 1 intervistato su 3 non ha idea di cosa significhi ipovisione e il 75% ne sottostima le reali dimensioni”.
Tra le malattie che generano ipovisione, solo la cataratta e il glaucoma sono quelle conosciute, anche se si assestano rispettivamente al 56% e al 39%, mentre solo il 14% conosce la degenerazione maculare legata all’età, il 15% l’edema maculare diabetico e il 23% la retinopatia diabetica.
Eppure nel nostro paese solo la cataratta colpisce l’8,5% della popolazione tra i 70 e i 74 anni, il 12,4% nei cinque anni successivi e il 17,1% di chi supera gli 80 anni; sono circa 550.000 i pazienti affetti da glaucoma, 233.000 sono i pazienti affetti da degenerazione maculare di forma umida, quella più grave, con un’incidenza di 36.000 nuovi casi l’anno; circa 59.000 sono le persone affette da edema maculare diabetico. L’ipovisione ha un forte impatto individuale e sociale poiché riduce fortemente l’autonomia delle persone: un ipovedente è una persona che ha un’acuità visiva compresa tra valori di poco superiori a 1/20 e inferiori a 3/10, il che significa che in pratica non riconosce ad un metro di distanza un oggetto che una persona normale riconosce a 20 metri. Solo per fare un esempio, i pazienti ipovedenti, rispetto alla media, hanno un rischio di depressione aumentato di 3 volte, un rischio di cadute superiore di 2 volte e di fratture dell’anca da 4 a 8 volte.
E’ evidente quindi che questa situazione si ripercuote a livello di costi sociali diretti e indiretti, anche in considerazione dell’invecchiamento della popolazione (i pazienti ipovedenti anziani hanno ad esempio un rischio di istituzionalizzazione più precoce in media di tre anni) e dell’aumentato numero dei casi di diabete. Uno studio condotto dalla LUISS G. Carli di Roma per conto di IAPB ha evidenziato un impatto economico totale delle patologie che causano cecità, in Italia, di circa 4,4 miliardi di euro all’anno, di cui 2,8 miliardi di euro di costi sanitari; 1 miliardo per sussidi/pensioni; il rimanente suddiviso tra tasse, istruzione/cultura e aiuti. A questi costi vanno aggiunti circa 2,1 miliardi di euro per la perdita di produttività. “Eppure - ha concluso Venturelli - sono ancora alte le attese per il futuro se si pensa che ben il 48% degli ipovedenti lamenta ancora la mancanza di un supporto economico adeguato che rappresenta un problema reale nelle gestione dell’ipovisione”.
19 settembre 2012
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