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Medici sempre più sfiduciati e pessimisti dopo la caduta del Governo. L’indagine IQVIA


L’indagine ha fotografato, prima e dopo la caduta del governo, le esperienze e le aspettative di un campione rappresentativo di Mmg, medici ospedalieri e territoriali: crescono la sfiducia e il pessimismo sulla possibilità di costruire una sanità più efficiente ed efficace nonostante i fondi del Pnrr

05 SET -

“L’instabilità del Paese influisce negativamente sul vissuto e sulle prospettive dei medici, categoria professionale che ha affrontato il Covid in trincea, pagando l’impatto della pandemia in prima persona con le fatiche e i rischi legati alla debolezza del sistema sanitario.  Ora i medici si aspettano investimenti e risorse per affrontare le sfide e costruire la sanità del futuro, anche attraverso i fondi del Pnrr”.

Queste le conclusioni emerse da una ricerca di IQVIA, condotta su un campione rappresentativo di medici di medicina generale, medici ospedalieri e territoriali che ha fotografato, prima e dopo la caduta del governo, le loro esperienze e le aspettative riguardo alla professione, la sanità e il Paese in generale.

“Abbiamo voluto sondare il sentiment dei medici pre- e post-crisi di Governo – ha spiegato Sergio Liberatore, amministratore delegato di IQVIA Italia – questa ricerca mostra la preoccupazione per il futuro da parte dei medici che lavorano sul territorio dopo gli anni devastanti della pandemia. Il miglioramento del Ssn, soprattutto a livello territoriale, è un’esigenza improrogabile e la crisi di Governo ha, secondo loro, un impatto preoccupante, soprattutto per quanto riguarda i fondi del Pnrr per la sanità”.

L’indagine ha coinvolto 193 medici intervistati dal 15 al 29 luglio scorso: 76 hanno risposto prima della caduta del governo Draghi (20 luglio) e 117 medici hanno risposto dopo la caduta del governo. Confrontando i due periodi, la ricerca mette in evidenza il crescere della sfiducia e del pessimismo sulla possibilità di costruire una sanità più efficiente ed efficace.

Ma vediamo quali sono i risultati emersi.

Nel periodo post-crisi di governo l’aspettativa di miglioramento della propria situazione professionale, peraltro già molto bassa, peggiora di 9 punti percentuali scivolando dal 25% al 16%.




E per il futuro le previsioni dei medici sono a tinte fosche: passa dal 59% al 74% la percentuale di quanti prevedono un peggioramento del servizio sanitario nazionale.


Cresce considerevolmente anche la percentuale di chi pensa che la gestione dei fondi del Pnrr sia a rischio (da 29% a 42%).



E così dilaga il pessimismo generale sul futuro: passa dal 28% al 37% la percentuale dei medici che si dichiarano assai poco fiduciosi su ciò che ci attende. 



“Sono dati che mettono in evidenza come la categoria professionale dei medici sia particolarmente sensibile ai rischi dell’impatto della situazione politica sul sistema sanitario e sulla gestione dei fondi del Pnnr, considerati cruciali per rafforzare i servizi, sviluppare nuovi modelli di presa in carico dei pazienti (servizi territoriali, case della salute e progetti di telemedicina) e garantire l’accesso alle diagnosi, ai trattamenti nonché la continuità di cura” conclude una nota  IQVIA

 



05 settembre 2022
© Riproduzione riservata


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