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L’importanza della riabilitazione per gli operatori sanitari vittima di aggressione

di Domenico Della Porta

E’ importante che la persona sia informata che le aggressioni possono comportare degli esiti, anche a medio e lungo termine, compreso l’emergere di una sintomatologia da stress post-traumatico e successivamente, e non appena possibile, è utile una prima revisione circa gli eventi che hanno favorito l’episodio, in tal modo l’organizzazione può percepirlo come evento sentinella/spia di fragilità del contesto lavorativo stesso, favorendo processi di riflessione e di riorganizzazione.

04 MAR - A sette giorni dalla celebrazione del 12 marzo, giornata nazionale per la sensibilizzazione ed educazione contro la violenza e le aggressioni in sanità, l’Osservatorio nazionale per questi fenomeni previsto dalla legge 113/2020, istituito con DM 13 gennaio 2022, ancora non si è insediato.

Eppure proprio all’Osservatorio viene riconosciuto il compito di monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni del personale medico-sanitario e di promuovere la diffusione di buone prassi e lo svolgimento di corsi di formazione finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto e al miglioramento della salute nelle strutture sanitarie, come espressamente sottolineato nella Convenzione dell'OIL 190, e dalla Raccomandazione 206 sulle violenze sul posto di lavoro recepita dal nostro Paese nei mesi scorsi.

Al momento solo un “monitoraggio” certo, univoco, effettuato su base scientifica e condiviso istituzionalmente e sindacalmente degli episodi di violenza e aggressioni in sanità, consentirà di avviare concretamente le misure di prevenzione e gestione di questi rischi lavorativi.
La conferma della irrinunciabilità di questa azione è confermata da documenti istituzionali che trattano, tra l’altro, l’argomento prevenzione, gestione e lotta alle aggressioni e violenze in sanità.

Il primo è “La valutazione dei fattori di rischio lavorativo nel settore sanitario e il loro impatto sulla salute e sicurezza degli operatori: il progetto CCM” aggiornato al novembre 2020, dove nel paragrafo “Monitoraggio aziendale nell’attuazione dei processi per la VDR”, viene precisato che “L’attività di monitoraggio e analisi tempestiva dei mancati infortuni (near miss) e degli infortuni è misura efficace ai fini del miglioramento continuo delle performance gestionali così come indicato nella Norma UNI ISO 45001: 18…… Quando si verifica un incidente, un infortunio o una non conformità, l'organizzazione deve: reagire e intraprendere azioni di controllo e valutare, con la partecipazione dei lavoratori, l’azione correttiva, indagando sull'incidente o riesaminando la non conformità e determinandone le cause.”

Anche nel Pano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, “Tra i rischi trasversali particolare attenzione va posta al dato delle aggressioni e alle violenze sul luogo di lavoro, in particolare per alcune attività di front-office, quali sanità, istruzione, trasporti, servizi sociali, vigilanza e ispezione. Nel novero dei rischi trasversali è inclusa la scarsa applicazione dei principi ergonomici nella progettazione di layout delle postazioni di lavoro e delle attrezzature di lavoro. L’innovazione tecnologica, tranne che in alcune particolari realtà produttive, non si integra e non supporta completamente il fattore umano, evidenziando l’incapacità ad un approccio ergonomico sistemico, e rappresenta, pertanto, una criticità su cui agire nel breve e lungo periodo.”
Tra gli obiettivi strategici vengono indicate: la semplificazione della legislazione esistente; le iniziative per affrontare l'invecchiamento della forza lavoro e i nuovi rischi emergenti, prevenzione delle malattie professionali e legate al lavoro; il miglioramento della raccolta dei dati statistici e sviluppo della base di informazioni.

Ecco perché FNOMCEO, in attesa dell’insediamento dell’Osservatorio, ha avviato con INAIL l’istituzione di un tavolo tecnico per verificare la possibilità di una incentivazione dell’azione di riabilitazione nei confronti dei medici vittima di infortunio da aggressione o violenza e di una specifica assistenza per coloro che si sono ammalati nell’esercizio professionale in epoca pandemica, ricadenti nella tutela INAIL.

Allo stato le Regioni che hanno aderito alle procedure di riabilitazione multiassiale sono otto e le Aziende Sanitarie Locali incluse nella rete sono 15, su un totale di 101.

La riabilitazione Multiassiale è un intervento di prevenzione terziaria che comprende un piano clinico-assistenziale, messo a punto dalla Sovrintendenza sanitaria centrale INAIL, (a cura del prof. Patrizio Rossi) che prevede un approccio multidimensionale, idoneo al migliore reinserimento familiare, sociale e lavorativo del paziente, caratterizzato da una strategia terapeutica che coinvolge contestualmente i diversi setting riabilitativi e le relative figure professionali.

“Uno dei nostri obiettivi, ha sottolineato Filippo Anelli, presidente FNOMCEO, è quello di garantire un supporto nei confronti della vittima di aggressione per “recuperare” il sanitario. A tal proposito chiederemo una estensione della riabilitazione multiassiale sull’intero territorio del nostro Paese in considerazione dei recenti dati sulle malattie professionali incluse nella voce stress lavoro-correlato, diffusi da Inail. Con la relazione annuale 2021 su circa 31.500 soggetti riconosciuti affetti da tecnopatia, ha aggiunto Anelli, ad oltre 3000 lavoratori è stato certificato SLC. Considerando che, presuntivamente, il 50% appartiene al comparto sanitario, nel corso del 2020 sono stati 1500 gli operatori sanitari esposti a violenza in sanità con postumi di patologia”.
Questo il percorso indicato in letteratura. Nell’ immediato post-evento è importante che i colleghi e/o superiori diano informalmente un primo sostegno, esprimendo comprensione e solidarietà, e legittimando l’espressione dei vissuti e delle emozioni sperimentate, di qualsiasi natura.

Qualche giorno dopo è bene riprendere la riflessione sull’accaduto in un contesto appositamente attrezzato e dedicato (riunione di servizio, o incontro con un esperto, una supervisione, etc.), dove l’episodio viene di nuovo raccontato e rivisitato, e la/e persona/e possa/no esprimere i propri vissuti e sentire la solidarietà.

E’ importante che la persona sia informata che le aggressioni possono comportare degli esiti, anche a medio e lungo termine, compreso l’emergere di una sintomatologia da stress post-traumatico e successivamente, e non appena possibile, è utile una prima revisione circa gli eventi che hanno favorito l’episodio, in tal modo l’organizzazione può percepirlo come evento sentinella/spia di fragilità del contesto lavorativo stesso, favorendo processi di riflessione e di riorganizzazione.
 
Nei casi di una vera e propria sintomatologia da stress post-traumatico è indicato il ricorso ad un supporto specialistico individuale, un percorso di rilevazione/segnalazione/studio degli acting-aut aggressivi, intesi come “eventi sentinella” che permette di configurare, in un’ottica circolare, un percorso virtuoso dell’organizzazione nel suo insieme e degli operatori verso condizioni di maggiore tutela e benessere lavorativo.
 
Domenico Della Porta
Esperto FNOMCEO per la prevenzione e sicurezza degli operatori sanitari

04 marzo 2022
© Riproduzione riservata


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