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Ricovero vs day hospital. Cosa cambia nell'attesa


08 FEB - In Italia, i tempi di attesa sono un problema soprattutto per quanto riguarda il percorso diagnostico e le tempistiche per accedere a un day hospital.
 
Il motivo per cui la situazione dell’attesa per il ricovero sia meno critica rispetto alle altre tempistiche del sistema sanitario nazionale può dipendere secondo gli esperti Ocse da diverse cose. Prima di tutto, sia a livello nazionale che a livello regionale si è stabilito che le priorità di cura si devono basare su criteri clinici, e questo ha sicuramente diminuito l’attesa in campi come l’oncologia e la cardiochirurgia. Inoltre, dando la possibilità ai pazienti di scegliere a quale tipo di struttura rivolgersi (pubblica o privata) ha fatto sì, da una parte che gli ospedali cercassero di migliorare la propria offerta sanitaria e dall’altra che i pazienti potessero cercare la struttura in cui a parità di qualità i tempi di attesa erano minori. Nonostante questo livello di competizione si sia andato man mano riducendo nel tempo, fornisce comunque la ‘scusa’ agli ospedali per mantenere i tempi di attesa non eccessivamente alti. Inoltre, sempre secondo gli esperti Ocse, il sistema di conteggio dei finanziamenti per gruppi omogenei di diagnosi (remunezione prospettica sulla base di determinate tariffe, a seconda delle prestazioni erogate) incentiva l’efficienza degli ospedali.
 
Diversa la situazione delle prestazioni che non prevedono ricovero, come i day hospital. Le visite specialistiche per questo tipo di procedure non sono sempre completamente rimborsate dal sistema sanitario nazionale, i criteri di priorità sono meno chiari, le differenze di prezzo tra pubblico e privato più ampie. E in più ci sono un’altra serie di problemi: pochi sono gli incentivi a ridurre le attese nelle strutture pubbliche, mentre grandi sono gli incentivi per i medici a mantenere il privato come alternativa attrattiva. Senza contare – spiegano ancora dall’Ocse – che i sistemi di controllo istituzionale sono piuttosto deboli.
Infine, la situazione dei percorsi diagnostici si trova a metà tra le due situazioni appena descritte, con la differenza che talvolta alcuni specifici test possono avere costi molto alti e per questo possono essere più facilmente sottoposti a interventi di regolazione.

08 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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