24 GEN - "Il fronte dell’obiezione di coscienza si mantiene al 68.4% di obiettori tra i ginecologi e il 45.6% degli anestesisti: noi non pensiamo che la legge 194 sia “sotto attacco” ma che da sempre, ossia da 40 anni, semplicemente non venga applicata. Lo Stato deve garantire che una donna che si reca in ospedale abbia l'opportunità di trovare sia un medico obiettore che uno non-obiettore nello stesso turno: anche l'ultima relazione evidenza dati di obiezione di coscienza davvero preoccupanti, che inoltre mettono in luce la difficoltà dei professionisti non obiettori a farsi carico dell'enorme mole di lavoro che riguarda l'interruzione di gravidanza.", commenta così Filomena Gallo, Segretario di Associazione Luca Coscioni l’ultimo rilievo fatto dal Consiglio d’Europa in tema di aborto in Italia.
"Infatti, pur essendo l’obiezione di coscienza prevista dalla legge stessa, è ben vero che l’articolo 9 impone che “Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti”.
“Le legge 194/78 - si legge in una nota - si conferma la norma più disapplicata del nostro ordinamento, e il ricorso distorto all’obiezione di coscienza contrasta palesemente con questo dettato. Da 40 anni. E non se ne ricava nessun provvedimento, salvo sporadici esempi”.
24 gennaio 2019
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