08 APR - Che anno per la sanità italiana il 1978! In 12 mesi, sotto il governo presieduto da Giulio Andreotti, ministro della Sanità la prima donna ministro della Repubblica Tina Anselmi, furono varate tre leggi, con maggioranze trasversali, che ancora oggi danno l’impronta al nostro sistema di salute.
Nell’ordine la legge 180 del 13 maggio che ha riformato l’assistenza psichiatrica chiudendo i manicomi e aprendo a un approccio umanistico e sociale verso la malattia e il disagio mentale; la legge 194 del 22 maggio sulla maternità responsabile e l’interruzione volontaria di gravidanza che legalizza il ricorso all’aborto inquadrandolo in una cornice inedita di attenzione al contesto sociale della maternità; la legge 833 del 23 dicembre che istituisce il Servizio sanitario nazionale chiudendo definitivamente il capitolo mutue e dando un’interpretazione ampia e universale al dettato dell’articolo 32 della nostra Costituzione.
Tre leggi fondamentali per la costruzione del diritto alla salute in Italiache ancora oggi ne costituiscono tre architravi centrali. Messe in discussione (referendum sulla 194), a loro volta riformate o aggiornate (legge 833), oggetto di ricorrenti polemiche (tutte e tre) ma comunque punto di riferimento e consenso per la stragrande maggioranza degli italiani.
A queste tre leggi di cui ricorre quest’anno il quarantennale, Quotidiano Sanità dedicherà uno spazio particolare con articoli, approfondimenti, interviste, dossier.
Iniziamo oggi con la legge 180 e in particolare con un articolo di Massimo Cozza, che i più conoscono come storico leader della Cgil Medici (ha lasciato la segretaria nazionale del sindacato solo pochi mesi fa) ma che è anche un valente e apprezzato psichiatra nonché Coordinatore di Dipartimento salute mentale della Asl Roma 2, il più grande d’Italia per bacino di riferimento.
Da oggi quindi raccoglieremo i vostri contributi e le vostre testimonianza per ricordare e raccontare questi 40 anni ma soprattutto per mettere a fuoco le cose che ancora non funzionano e le soluzioni per risolverle.
Cesare Fassari
08 aprile 2018
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