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Catania. La protesta dei medici di emergenza sanitaria. Lo Smi: “Giù le mani dal 118”

È la prima delle manifestazioni dei Medici dell’Est-118 dalla proclamazione dello stati di agitazione lo scorso 3 luglio. Alla base della protesta il progressivo depauperamento delle risorse economiche, di personale, di mezzi, di aggiornamento dei protocolli Ima, Stroke e Politrauma che per i sindacati sta portando allo smantellamento del sistema di urgenza ed emergenza

25 LUG - Parte da Catania la prima delle manifestazioni dello stato di agitazione dei Medici dell’Est-118. L’appuntamento dei medici emergenza sanitaria è per domani mercoledì 26 luglio, alle ore 10,00, presso l’Hotel Nettuno di Catania, all’Assemblea Generale lanciata dal Sindacato dei Medici Italiani-Smi del 118 del bacino delle provincie di Catania, Ragusa e Siracusa. Un incontro aperto ai professionisti anche di Enna e Messina e all'Intersindacale siciliana del settore.
 
“Una protesta urgente e necessaria per contrastare l’assenza di politiche pubbliche della Regione che stanno portando allo smantellamento del sistema di urgenza ed emergenza, partita dalla dichiarazione unitaria, lo scorso 3 luglio, dello stato di agitazione di tutti i sindacati che prosegue con l’assemblea di domani a Catania, fino, se necessario, allo sciopero” ha detto Emanuele Cosentino, dirigente nazionale e regionale dello Smi
 
“Il nostro obiettivo è difendere il diritto dei cittadini ad avere una assistenza adeguata nelle emergenze – ha aggiunto Cosentino – ma anche tutelare la qualità del lavoro dei medici del 118.
Assistiamo da troppo tempo all'assenza di risposte dell’Assessorato alla Salute della regione Siciliana e nonostante le continue richieste da tre anni a oggi, non c'è mai stato un incontro con i medici dell’Est-118. In questi anni quello che era una eccellenza della sanità siciliana, ha subito il progressivo depauperamento delle risorse economiche, di personale, di mezzi, di aggiornamento dei protocolli Ima, Stroke e Politrauma. Ma anche all'aumento esponenziale di nuovi compiti, anche impropri, frutto delle falle complessive del Servizio sanitario regionale: mancato potenziamento del territorio, riorganizzazione ospedaliera, tagli, aumento del precariato, allungamento liste di attesa, intasamento dei pronto soccorso”. 
 
Solo per dare un dato: il numero di interventi del 118 a seguito di questi fattori è aumentato progressivamente di circa 30mila l’anno, ha specificato Consentino.
 
“Infine – ha concluso –  il mancato rinnovo dell’Accordo Regionale Integrativo dal 2007, dieci anni di vacanza, impedisce l’inserimento applicativo di nuovi protocolli e l’adeguamento alle nuove necessità relative ai bisogni di salute del cittadino nell’Emergenza. Per tutte queste ragioni siamo pronti ad arrivare a uno sciopero forte a settembre, seguendo appunto un percorso di iniziative di sensibilizzazione e protesta, tra queste quelle di indossare una fascia al braccio con su scritto ‘Giù le mani dal 118’”.

25 luglio 2017
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