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Il valore economico di un farmaco indicato per più patologie infiammatorie di tipo 2

di C.d.F.

Uno studio di recente pubblicazione mostra come l’uso del farmaco dupilumab, indicato per diverse patologie infiammatorie di tipo 2 spesso coesistenti nei pazienti, possa portare ad un risparmio annuo per il Sistema Sanitario Nazionale che va da 945.000 euro a 8 milioni e 363 mila euro. La ricerca è stata presentata in occasione del meeting virtuale ISPOR Europe 2020 dal Professor Claudio Jommi

 

16 DIC - Molti dei farmaci prodotti negli ultimi anni intervengono sul meccanismo molecolare alla base delle patologie. Quando questo meccanismo molecolare è responsabile di malattie differenti spesso coesistenti nei pazienti, la disponibilità di trattamenti con un’azione diretta sulla causa alla base delle diverse patologie, può avere un risvolto economico importante per il SSN dal momento che è possibile trattare lo stesso paziente con una sola terapia piuttosto che con terapie diversificate.  

L’anticorpo monoclonale dupilumab è l’unico biologico approvato per la dermatite atopica (DA), l’asma grave e la rinosinusite cronica con poliposi nasale grave (CRSwNP, dall’inglese chronic rhinosinusitis with nasal polyps). In caso di malattie infiammatorie di tipo 2 come queste, le comorbidità sono molto frequenti. Quindi uno stesso paziente può presentare contemporaneamente asma grave e CRSwNP oppure dermatite atopica.

Lo studio
, tutto italiano, pubblicato dalla rivista Global & Regional Health Technology Assessment (GRHTA), ha stimato i costi annui evitabili a carico del SSN per effetto del trattamento con dupilumab e della sua capacità di agire su patologie concomitanti (“cross-copertura”). I risultati sono stati presentati in occasione del meeting virtuale ISPOR 2020 da Claudio Jommi Professore di Practice, coordinatore scientifico della divisione Government, Healthcare and Not for Profit della SDA Bocconi School of Management.

È stato valutato l’impatto di tre diverse cross-coperture: l’asma grave in pazienti trattati per la dermatite atopica, l’asma grave in pazienti trattati per la rinosinusite cronica con poliposi nasale grave e la rinosinusite cronica con poliposi nasale grave in pazienti trattati per l’asma grave. In particolare, è stato valutato il risparmio generato dal mancato consumo di farmaci (quali terapie per asma grave e corticosteroidi sistemici per CRSwNP) e di altre prestazioni sanitarie a carico del SSN (quali interventi di chirurgia endoscopica naso-sinusale per CRSwNP), di cui dupilumab è la terapia sostitutiva in cross-copertura.

L’analisi è stata effettuata sulla base di un Budget Impact semplificato con un orizzonte temporale di tre anni e un’ipotesi di copertura, da parte di dupilumab, della popolazione eleggibile che varia tra il 15% e il 100%.

“I pazienti con dermatite atopica grave elegibili a dupilumab in Italia sono circa 8.000”, spiega Jommi, e il 40% soffre anche di asma (e il 5-10% dei pazienti asmatici soffre di asma grave). I pazienti con asma grave elegibili al farmaco sono invece circa 19.960, quelli con rinosinusite cronica con poliposi nasale come comorbidità in Italia sono circa il 42%.
Infine, pazienti con rinosinusite cronica con polipi nasali elegibili sono 6.400 e il 50% circa soffre di asma.

Dallo studio emerge che nel primo caso (pazienti con DA e comorbidità asma), il trattamento con dupilumab porterebbe ad un risparmio per il SSN che va dai 461 mila euro e 3,43 milioni di euro. Nei pazienti con asma grave e con CRSwNP come comorbidità, il risparmio varia tra i 78 mila e gli 883 mila euro all’anno. Nei pazienti con CRSwNP e asma come comorbidità tra i 406 mila euro e 4 milioni e 49 mila euro.

L’analisi ha adottato la prospettiva del SSN, non prendendo quindi in considerazione i costi ad esclusivo carico dei pazienti, come corticosteroidi topici non coperti dal SSN per i pazienti affetti da CRSwNP.  A questo si aggiunge che i pazienti con DA potrebbero avere forme lievi/moderate di asma. In sintesi, nel lavoro si è scelto di analizzare gli effetti indiretti sui pazienti target di farmaci più costosi, ma l’effetto complessivo della cross-copertura potrebbe essere maggiore nella reale pratica clinica. “Il risparmio che deriva dalla cross-copertura dovrebbe quindi essere preso in considerazione dai decisori politici e dai payer”, conclude Jommi.

Inoltre, come ha osservato nel suo intervento Giuseppe Turchetti, Professore Ordinario all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la cross-copertura fornita dal farmaco può avere anche altre implicazioni economiche indirette che sarebbe interessante indagare in futuro. Potrebbe, per esempio, portare ad un minor numero di accessi in pronto soccorso, di ospedalizzazioni e a meno visite ambulatoriali.

Questo tipo di studi è sicuramente utile per le agenzie regolatorie, a livello nazionale, conclude Turchetti. Ma lo è ancora di più “al livello regionale e locale, poiché è qui che agiscono i payers che tengono conto anche di questi effetti indiretti sulla gestione della patologia”.
 
C.d.F.

16 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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