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Lo jogging allunga la vita di sei anni agli uomini e di cinque anni e mezzo alle donne


Aumenta il colesterolo “buono” e abbassa i trigliceridi, previene l’obesità, migliora la sensibilità all’insulina, le funzioni cardiache e quelle immunitarie. Inoltre funziona da antiaddensante piastrinico e abbassa i marker di infiammazione. Ma non serve esagerare. Uno studio dalla Danimarca.

08 MAG - Che fare attività sportiva faccia bene è una certezza che è entrata nell’opinione comune. Ma che fare jogging allunghi la vita addirittura di 6 anni potrà comunque stupire qualcuno: eppure è proprio questo quanto scoperto in uno studio inedito presentato all’EuroPrevent 2012, il congresso dell’European Society of Cardiology, da un team del Centro Ospedaliero Universitario di Bispebjerg. In particolare correre due ore e mezzo alla settimana, a ritmo normale o lento, allungherebbe l’aspettativa di vita di 6,2 anni per gli uomini e di 5,6 anni per le donne.
 
Il dibattito sulla questione era aperto addirittura dagli anni Settanta.“Ci si chiedeva se correre potesse far bene alla salute, i risultati di questo studio dimostrano univocamente che è così: il jogging allunga la vita”, ha detto Peter Schnohr, cardiologo e coordinatore dello studio. “E in più abbiamo dimostrato come per ottenere questo beneficio non ci sia bisogno di andare molto veloce o di correre ogni giorno”.
A dimostrarlo è infatti lo studio dal titolo Copenhagen City Heart, uno studio prospettico iniziato nel 1976 su una popolazione di circa 20 mila uomini e donne, dai 20 ai 93 anni, affetti da patologie cardiovascolari. Come dice il nome, lo studio ha coinvolto cittadini della capitale danese e nel tempo si è allargato non solo alle persone affette da malattie cardiache, ma anche ai pazienti malati di pneumopatie, allergia, epilessia, demenza, apnee notturne e disturbi genetici.
In particolare per valutare i benefici della corsa, è stata considerata una sottopopolazione di 1116 uomini e 762 donne, la cui longevità è stata messa a confronto con il resto del campione dello studio che non praticava jogging. Ai partecipanti veniva chiesto quante volte a settimana e per quanto tempo andassero a correre, ma anche di definire l’intensità tra tre gradi diversi: lento, normale, e veloce. “Poiché il campione presentava un range di età così vario abbiamo pensato che una valutazione soggettiva dell’intensità della corsa potesse essere l’approccio più sensato”, ha spiegato il ricercatore.
 
Nel periodo di follow-up, che in alcuni casi è durato anche fino a 35 anni,sono stati registrati 10280 decessi in tutto. In generale fare jogging allungava la vita alle donne di 5,6 anni e di 6,2 anni agli uomini, tanto che durante tutto il periodo di follow-up i corridori ambosessi sono morti il 44% in meno. Ma questo accadeva solo quando l’hobby non era portato agli estremi: il beneficio maggiore, infatti, si aveva nel caso in cui si correva da una a due ore e mezzo a settimana, a un ritmo da lento a normale. “È un po’ la stessa cosa che si osserva per i benefici portati dal vino: consumato entro una certa quantità fa bene, ma se si esagera diventa pericoloso per la salute”, ha spiegato ancora Schnohr. “La stessa cosa succede per il jogging, un’attività fisica moderata fa bene, ma se si pratica a livelli estremi è controproducente. Come a dire: bisogna mantenere un ritmo che ci faccia avere un po’ di fiato corto, ma non proprio il fiatone”.
Nello specifico, secondo gli esperti la corsa migliora il metabolismo dell’ossigeno e i profili lipidici (aumenta il colesterolo HDL e abbassa i trigliceridi), così come la densità ossea, la sensibilità all’insulina, e le funzioni cardiache e immunitarie. Inoltre funziona da antiaddensante piastrinico e abbassa i marker di infiammazione. E poi, ovviamente, previene il grasso in eccesso. “Senza contare che il benessere è anche psicologico – ha concluso il ricercatore – poiché facendo jogging in compagnia si può anche migliorare la propria vita sociale”.
 
Laura Berardi

08 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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