Hiv. Arriva anche in Italia la combo dolutegravir-lamivudina
di Michela Perrone
Targata ViiV Healthcare, la combinazione dei due antiretrovirali promette ai pazienti una migliore qualità della vita, minore tossicità e una gestione complessiva dello stato di salute semplificata. Il presidente e amministratore delegato, Maurizio Amato: “ViiV Healthcare, fin dalla sua nascita nel 2009, ha l’obiettivo di creare un futuro migliore per le persone che vivono con l’Hiv".
25 GIU - È disponibile anche nel nostro Paese la combinazione dei due antiretrovirali dolutegravir e lamivudina, una duplice terapia racchiusa in una sola compressa giornaliera che promette di migliorare la qualità di vita dei pazienti e garantisce la stessa efficacia della triplice terapia, con una minore tossicità.
I risultati sono supportati dagli studi Gemini 1 e 2 che hanno valutato a 96 settimane l’efficacia e la sicurezza della nuova combinazione rispetto allo standard a tre farmaci in pazienti mai trattati in precedenza.
Proprio i pazienti naive saranno tra i maggiori beneficiari della combinazione dolutegravir e lamivudina, targata ViiV Healthcare (azienda specializzata nell’Hiv a maggioranza GlaxoSmithKline).
“Funziona bene per chi inizia il trattamento per l’Hiv-1 oppure per chi effettua una switch trovandosi in una condizione stabile, con soppressione prolungata – ha affermato
Andrea Antinori, Direttore dell’Uoc Immunodeficienze Virali dell’Inmi Spallanzani Irccs di Roma durante una conferenza stampa di presentazione – Tuttavia, sebbene si tratti di una terapia adatta a molti, non è per tutti: va escluso chi ha sperimentato fallimento virologico o resistenze”.
“Dal 1996 abbiamo assistito a una progressiva riduzione della mortalità grazie alla triplice terapia – ha ricordato
Carlo Federico Perno, Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Università degli studi di Milano e Direttore Microbiologia Ospedale Niguarda – Oggi, con i farmaci di nuova generazione, siamo in grado di cambiare le regole del gioco. Queste molecole sono contemporaneamente potenti e con un’alta barriera genetica. Possiamo quindi passare a due mantenendo la stessa efficacia e cambiando completamente l’approccio alla terapia sul lungo termine”.
Filippo Von Schloesser, presidente dell’associazione Nadir, ha raccontato: “All’inizio degli anni ‘90 prendevo oltre 20 pillole al giorno solo per trattare l’infezione e dovevo rinunciare a curare anche un banale mal di testa per via dell’affaticamento del sistema gastroenterologico. A poco a poco le terapie sono diventate più tollerabili e oggi assistiamo a un’ulteriore semplificazione che ci permetterà di gestire meglio non solo l’Hiv”.
Paolo Rizzini, direttore medico e scientifico di ViiV Healthcare Italia, ha ripercorso la strada che ha portato alla nuova combinazione, parlando di rischio calcolato. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di ridurre il carico farmacologico a lungo termine nei pazienti. Siamo stati i primi ad aprire una strada che sono convinto diventerà lo standard”.
“Nell’area dell’Hiv, nonostante i grandi progressi della terapia degli ultimi anni, continuano ad esserci bisogni insoddisfatti. Ne deriva l’esigenza di continuare ad investire in ricerca e sviluppo. ViiV Healthcare, fin dalla sua nascita nel 2009, ha l’obiettivo di creare un futuro migliore per le persone che vivono con l’Hiv. Lo fa insieme alle associazioni, ai medici e alle istituzioni, concentrandosi sulla ricerca di soluzioni terapeutiche innovative che uniscono efficacia ad attenzione alla qualità della vita e senza paura di sfidare lo status quo”, ha dichiarato
Maurizio Amato, Presidente e Amministratore Delegato di ViiV HC Italia.
Michela Perrone
25 giugno 2020
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci