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Dossier. Allergie di Primavera. Colpiscono 12 milioni di italiani. Ecco come affrontarle


Colpiti sempre di più i bambini. Almeno una manifestazione allergica in oltre il 30% della popolazione in età scolare. Scegliere di giocare d’anticipo con gli antistaminici oppure intervenire con i decongestionanti quando i sintomi si fanno più fastidiosi? I consigli degli esperti.

24 APR - Gli allergici, ringrazieranno la coda di inverno che con le sue temperature rigide ha di fatto ritardato il processo di impollinazione anche ad aprile inoltrato. Niente starnuti, occhi rossi e tosse per il momento, quindi. Ma ancora per poco. Già da questa settimana, con l'arrivo del caldo primaverile, si stima che almeno 12 milioni di italiani dovranno fare i conti con i sintomi dell’allergia. Una fetta della popolazione che si è ampliata a dismisura negli ultimi dieci anni passando dal 5 a circa il 30% della popolazione italiana. E ancor più impressionante è il balzo che la prevalenza delle allergie ha compiuto nei bambini: oggi soffrirebbe di almeno una manifestazione allergica oltre il 30% della popolazione in età scolare.
 
Sarà meglio, quindi, usare il tempo a disposizione prima dell’insorgere dei primi sintomi delle allergie per decidere come combatterle nel modo migliore. Più si avvicina la primavera, infatti, più le persone allergiche corrono dunque ai ripari comprando spray nasali o farmaci che allevino i sintomi. Ma pochi conoscono bene pro e contro di quello che assumono.
 
Per curare i sintomi i pazienti possono utilizzare uno o più dei moltissimi farmaci a disposizione, di due classi diverse, i decongestionanti e gli antistaminici. Tuttavia, nonostante la diffusione e l’insorgenza in età giovanile, tuttavia, chi soffre di rinite allergica spesso non sa o vuole ignorare che non esistono soluzioni istantanee al problema. Nella speranza di mitigare congestione nasale e congiuntivite allergica i cittadini ricorrono all’automedicazione, ma disconoscendo gli effetti indesiderati che presentano le medicine cui possono ricorrere. Ma quali sono le differenze, nello specifico?
 
I decongestionanti stimolano l'azione del sistema nervoso simpatico: fanno contrarre i vasi sanguigni della mucosa, e in questo modo riducono il gonfiore e diminuiscono la secrezione di muco. Un’azione piuttosto veloce, efficace anche nel caso in cui i sintomi siano già presenti in maniera fastidiosa.
Ma nell’uso di preparati locali contenenti vasocostrittori va raccomandata una certa cautela: questi farmaci possono determinare, se utilizzati per periodi superiori agli 8-10 giorni, la comparsa di una rinite da medicamenti. Quindi l’uso prolungato di decongestionanti topici può aggravare il problema invece di alleviarlo, determinando il fenomeno di “rimbalzo”: alla loro sospensione si verifica una vasodilatazione che porta alla comparsa di un aumento di volume dei turbinati e dunque un impedimento della normale respirazione nasale. A lungo andare inoltre, questi farmaci possono anche provocare la comparsa di alterazioni della mucosa nasale, con effetti negativi duraturi (fino anche a parecchi mesi dopo la sospensione del trattamento).
Senza contare che a causa della comparsa di una tolleranza al farmaco, si è portati a somministrarselo con maggior frequenza, innescando un circolo vizioso che aggrava la rinite. I decongestionanti per uso locale, come gocce e spray nasali, dovrebbero dunque essere impiegati alla minima dose efficace. La raccomandazione per questo tipo di farmaci dunque dovrebbe essere proprio quella di limitare l’impiego al più breve tempo possibile, tenendo presente che possono passare anche diversi minuti prima che questi facciano sentire il loro effetto.
 
Gli antistaminici invece, sebbene non possano curare l’allergia, bloccano gli effetti dell’istamina, dando sollievo al paziente in breve tempo: fra i principali farmaci a disposizione vi sono gli antistaminici topici. In particolare, ad esempio farmaci come levocabastina si sono dimostrati potenti antagonisti selettivi del recettore H1 dell’istamina caratterizzato da una lunga durata d’azione. I farmaci a base di questo principio sono stati sviluppati per essere impiegati specificamente a livello nasale e oculare e hanno dimostrato di garantire un rapido effetto e un’ottima tollerabilità da parte dei pazienti con rinocongiuntivite allergica.
Seppure sia documentato come la levocabastina sia in grado di ridurre in maniera significativa la severità della risposta all’esposizione all’allergene già dopo cinque minuti dalla sua somministrazione, l’uso di antistaminici risulta migliore se invece di essere usati quando i sintomi sono già presenti, vengono somministrati prima che questi si rendano evidenti. Se presi regolarmente questi farmaci sono infatti in grado di crescere gradualmente nel sangue, regalando al paziente un effetto protettivo efficace contro gli allergeni. Sempre nel caso della levocabastina, trial clinici hanno per esempio verificato l’efficacia e la sicurezza del farmaco nel ridurre la risposta della mucosa nasale allo stimolo allergico, ottenuta nel corso di uno studio in cui un gruppo di pazienti ha effettuato 8 giorni di terapia prima di essere sottoposto a un test di provocazione. In quel caso, rispetto ai soggetti trattati con placebo, chi aveva ricevuto il farmaco attivo presentava una significativa riduzione dei sintomi e dell’afflusso di cellule infiammatorie, a indicare la capacità della levocabastina di prevenire i sintomi provocati dal contatto con l’allergene.
La somministrazione di questo tipo di farmaci va ripetuta ad intervalli regolari, ma dato il loro profilo di sicurezza possono essere impiegati con tranquillità, oltre che negli adulti, anche nei bambini già a partire dai 3 anni di età. Inoltre, le nuove generazioni di medicinali hanno eliminato gli effetti collaterali più fastidiosi come la bocca secca, o la sonnolenza indotta, che quasi impediva di assumere antistaminici di giorno.
 
Cosa scegliere dunque? Dipende dai casi, ma l’attenzione maggiore, come sempre, va destinata alla sicurezza e all’efficacia dei medicinali che si assumono. “Abbiamo diversi farmaci a disposizione per poter fronteggiare segni e sintomi della rinite allergica. Molti di questi però, pur essendo efficaci, hanno effetti collaterali”, ha commentato Stefano Bonini, docente di Oftalmologia e di malattie dell’apparato visivo della Facoltà di Medicina e Chirurgia e Direttore della Scuola di specializzazione in Oftalmologia del Campus Biomedico di Roma. “È per esempio il caso degli steroidi il cui impiego a lungo termine può determinare un aumento della pressione oculare. Lo scopo è quello di cercare di utilizzare colliri che, senza alcun rischio, riducano la sensazione di prurito. A tale proposito sono disponibili preparati antistaminici, come la levocabastina, sicuri ed efficaci e che possono essere impiegati liberamente con ottimi risultati. Compito del medico e del farmacista è quello di indirizzare il paziente verso la giusta scelta”.
Ecco dunque come il ruolo di chi consiglia i rimedi migliori per ogni caso specifico – che siano medici specialisti, medici di medicina generale o farmacisti – diventa non solo importante, ma cruciale. “Si potrà suggerire un farmaco di automedicazione tenendo in considerazione la possibilità di scegliere fra un collirio antistaminico puro piuttosto che un preparato contenente un decongestionante, che però necessita di una certa cautela di utilizzo”, ha infatti ricordato Felice Ribaldone, membro del Comitato Centrale FOFI e Componente della commissione nazionale ECM. 

24 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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