A livello nazionale la spesa farmaceutica complessiva nei primi sei mesi del 2024 si è attestata a 11.901,5 mln di euro, evidenziando uno scostamento assoluto rispetto alle risorse complessive del 15,3% (10.149,6 mln di euro) pari a + 1.752 mln di euro (+0,6% rispetto allo sfondamento dello stesso periodo del 2023), corrispondente ad un’incidenza percentuale sul FSN provvisorio 2024 del 17,94% e ad un aumento del 6% della spesa totale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando il valore era di 11.200,9 mln di euro). A riportarlo è il consueto report Aifa.
La spesa per i farmaci innovativi sale del 20,9% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, attestandosi a 502 milioni, mentre cala del 9,9% la spesa per i medicinali di fascia C acquistati dalle Regioni, pari in valore assoluto a 389 milioni.
Si attesta a 296 milioni sotto il tetto di spesa programmato la spesa per la farmaceutica convenzionata, ossia per i medicinali distribuiti dalle farmacie, che al netto del pay-back cresce dello 0,6% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, per affetto anche del nuovo criterio di remunerazione delle farmacie introdotto dalla Finanziaria 2024. È invece pari a 545 milioni la quota di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini per il pagamento del differenziale di prezzo tra i meno costosi medicinali generici e gli originator.
Nello specifico il valore della spesa farmaceutica convenzionata al netto dei payback vigenti rispetto al tetto del 6,80% (4.510,9 mln di euro calcolato sul FSN 2024 provvisorio), pari a 4.214,4 milioni di euro che incide sul FSN per il 6,35 % generando un avanzo di 296,5 milioni di euro, anche se Basilicata, Sardegna, Lombardia, Campania, Calabria, Abruzzo e Puglia sfondano il tetto di spesa.
La verifica del tetto programmato della spesa farmaceutica per acquisti diretti dell’8,3% al netto dei payback vigenti e del fondo per i farmaci innovativi (non oncologici e oncologici) evidenzia un’incidenza dell’11,59%, pari ad un disavanzo rispetto alla spesa programmata di +2.181,2 mln €, tutti relativi alla spesa per farmaci non innovativi, al netto dei gas medicinali e tutta la spesa per farmaci innovativi, stimata considerando le sole indicazioni innovative, risulta coperta dal rispettivo fondo. Per quanto riguarda la spesa per gas medicinali, la verifica del tetto programmato della spesa farmaceutica per acquisti diretti dello 0,20% evidenzia un disavanzo rispetto alla spesa programmata di 14,8 mln €.
Infine, per i medicinali innovativi, la spesa stimata per le sole indicazioni innovative per il periodo Gennaio-Gennaio 2024 al netto dei Payback è pari a 456,3 milioni di euro.
“L’andamento della spesa per acquisti diretti non deve sorprendere, visto che già lo scorso anno nel primo semestre si era registrato uno scostamento del 10,88% rispetto al tetto di spesa programmato, inferiore di appena lo 0,6% rispetto a quello registratosi in questa prima metà dell’anno”, commenta il Presidente dell’AIFA, Robert Nisticò. “L’incremento di spesa, come nei precedenti monitoraggi, risente soprattutto della crescita di quella per i farmaci oncologici a uso ospedaliero. L’AIFA - prosegue Nisticò - utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione per il controllo della spesa, a cominciare dalla contrattazione dei prezzi, tra i più bassi d’Europa, per finire con le complesse procedure di ripiano in base al meccanismo del pay-back, che porteranno quest’anno nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro. Ma è chiaro che la spesa per gli acquisti diretti è condizionata anche dall’assegnazione dei budget nelle singole aziende ospedaliere e dai controlli sulle prescrizioni”.
“Quello a cui stiamo assistendo in Italia - afferma Nisticò - è un andamento che non si discosta dalla crescita registrata in tutti i Paesi avanzati, perché la ricerca corre veloce ma ha un costo. Così come incide l’invecchiamento della popolazione che va di pari passo con l’accrescimento dei bisogni assistenziali. Ciò non toglie - conclude il Presidente - che come dimostrano i dati del nostro Rapporto OsMed, da poco pubblicato, ci sia ancora da lavorare in termini di appropriatezza e aderenza alle terapie”.