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Australia. La promessa del "vaccino personalizzato", efficace contro tutti i tipi di malattia


Batteri, virus, parassiti, ma anche cancro e Hiv: un team del Walter and Eliza Hall Institute promette di aver trovato la molecola che ci porterà a sintetizzare vaccini per ogni tipo di pericolo per l’organismo. La proteina in questione si chiama Clec9A e si trova all’interno di tutte le cellule.

10 APR - Come fa il sistema immunitario a riconoscere le cellule danneggiate o morte da eliminare? Scoprirlo potrebbe aiutare a sviluppare nuovi tipi di vaccino più specifici ed efficaci, con minori effetti collaterali. Questa l’idea alla base dell’ultimo studio dei ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute, pubblicato su Immunity: sarebbe una proteina particolare, che si trova sulla superficie delle cellule dendritiche del sistema immunitario, che permetterebbe all’organismo di riconoscere quali sono le possibili fonti di infezione o danno.
 
Le cellule dendritiche sarebbero dunque centrali per lanciare l’allarme quando possibili fonti di pericolo si trovano all’interno dell’organismo, che questi siano virus, batteri, parassiti oppure cellule tumorali o altre unità biologiche danneggiate. La proteina che permette loro di fare questo è la Clec9A, secondo lo studio condotto dai ricercatori australiani. “Si trova proprio sulla superficie di queste componenti del sistema immunitario: riconosce e si lega alle fibre di actina, proteine cellulari che si trovano all’interno delle cellule in tutto l’organismo”, ha spiegato Mireille Lahoud, coordinatrice del team. “L’unico momento in cui queste molecole salgono sulla superficie delle unità biologiche è quando queste vengono danneggiate o distrutte, per questo possono essere sfruttate efficacemente per riconoscere quali sono le cellule che pongono a rischio l’organismo”.
Ed ecco dunque l’idea di usare la proteina in una nuova classe di vaccini, moderna, efficace e con meno effetti collaterali. “Clec9A è uno dei target molecolari migliori che conosciamo, per innescare il sistema immunitario”, ha spiegato Ken Shortman, co-autore dello studio. “Creando sostanze che si legano alla molecola, possiamo portare le cellule dendritiche a pensare di aver incontrato cellule danneggiate e dunque a dare l’allarme alle difese dell’organismo per cellule di nostra scelta”.
In questo modo diminuirebbe la quantità di vaccino necessario dalle 100 alle 1000 volte. “Nelle sostanze immunizzanti normali, c’è bisogno di un grande quantitativo di farmaco perché si possa sperare che questo incontri le cellule giuste per innescare le difese”, ha continuato il ricercatore. “In questo caso, invece, il vaccino andrebbe a bersaglio sicuro, cancellando la maggior parte degli effetti collaterali, perché più specifico”. Inoltre, secondo i ricercatori, usando la molecola potrebbe essere possibile anche sviluppare un vaccino efficace per tutte quelle malattie per cui ancora non esiste immunizzazione, come malaria o Hiv. Ma non solo.
“C’è anche la possibilità che questo tipo di molecola, inoltre, possa essere usata per sviluppare trattamenti oltre che vaccini”, ha concluso Lahoud. “Se questo fosse possibile potremmo pensare di usare Clec9A anche contro alcuni tipi di tumore”.
 
Laura Berardi

10 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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