Coronavirus. I casi salgono a 12.462, di cui 1.045 guariti e 827 decessi. “Autocertificazione anche per chi va a piedi”
Rispetto a ieri i casi salgono di 2.313 (ma pesa l’arrivo dei dati completi dalla Lombardia che non erano stati inseriti nel bollettino di ieri). In ogni caso ad oggi il numero di contagiati (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 5.763 i malati in Lombardia, 1.588 in Emilia Romagna, 940 in Veneto, 480 in Piemonte, 461 nelle Marche, 149 in Campania, 181 in Liguria, 314 in Toscana, 125 nel Lazio, 110 in Friuli Venezia Giulia, 81 in Sicilia, 71 in Puglia, 37 in Abruzzo, 74 nella Pa di Trento, 16 in Molise, 44 in Umbria, 75 in provincia di Bolzano, 17 in Calabria, 37 in Sardegna, 19 in Valle d’Aosta e 8 in Basilicata. IL REPORT
11 MAR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 12.462 (+2.313 rispetto), tra cui 1.045 persone guarite (+41 rispetto a ieri) e 827 deceduti (+196 rispetto a ieri). In tutto ad oggi sono stati effettuati 73.154 tamponi, dei quali oltre 50 mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
A tutt’oggi quindi le persone contagiate sono 10.590 (+2.076 rispetto a ieri), è quanto annunciato dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18 specificando però che il dato di oggi (che vede un corposo aumento dei casi) è dovuto al fatto che dalla Lombardia sono arrivati i dati che ieri erano incompleti (circa 600 casi sarebbero quindi di ieri).
“Tra i malati di coronavirus – ha specificato Borrelli - in più conteggiati oggi, circa 600 sono persone della Lombardia di cui ieri non erano disponibili i dati. Ieri l'aumento dei malati era stato di 529 (pari al 6,6% sul giorno precedente), mentre oggi l'aumento è di 2.076 contagiati che complessivamente porta un incremento del 24,3% sulle 24 ore, crescita nel trend dei giorni scorsi”
In ogni caso ad oggi il numero di contagiati (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 5.763 i malati in Lombardia (+1.336 rispetto a ieri), 1.588 in Emilia Romagna (+171), 940 in Veneto (+157), 480 in Piemonte (+44), 461 nelle Marche (+80), 149 in Campania (+23), 181 in Liguria (+53), 314 in Toscana (+54), 125 nel Lazio (+26), 110 in Friuli Venezia Giulia, 81 in Sicilia (+21), 71 in Puglia (+16), 37 in Abruzzo, 74 nella Pa di Trento (+41), 16 in Molise (+1), 44 in Umbria (+7), 75 in provincia di Bolzano (+37), 17 in Calabria (+6), 37 in Sardegna (+17), 19 in Valle d’Aosta (+2) e 8 in Basilicata (+1).
Le vittime sono 617 in Lombardia (149in più di ieri), 113 in Emilia Romagna (+28), 29 in Veneto (+3), 18 nelle Marche (+5), 21 in Piemonte (+4), 8 in Liguria, 6 nel Lazio, 6 in Friuli Venezia Giulia (+3), 1 in Abruzzo, 1 in Toscana, 1 in Campania, 1 in Valle d’Aosta e 5 in Puglia (+2).
Le persone attualmente contagiate sono 10.590. I pazienti ricoverati con sintomi sono 5.838 (+800), 1.028 (+151) sono in terapia intensiva, mentre 3.724 (+1.125) si trovano in isolamento domiciliare.
“Avevamo detto che i dati della Lombardia erano parziali e oggi abbiamo numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi”, ha detto il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla protezione Civile sottolineando che sono circa 600 i malati di cui ieri non erano disponibili i dati.
Sull'uso delle mascherine chirurgiche in luogo di lavoro Borrelli ha detto che “il Comitato scientifico raccomanda di rispettare rigorosamente la distanza di un metro come principale criterio di contenimento del virus. In assenza della possibilità di mantenere la distanza è raccomandato l'uso delle mascherine”.
Il commissario ha poi ribadito che “il consiglio è sempre lo stesso: uscire per lo stretto necessario e indispensabile” e ha specificato che anche ci esce a piedi “deve portare l'autocertificazione”.
Riguardo alla richiesta della Lombardia per una chiusura generalizzata questa “deve ancora essere valutata, al momento non ci sono decisioni”. Borrelli ha poi detto che sono state distribuite oltre 1,1 mln mascherine e 116 ventilatori sono in arrivo e che sono state incrementate le tende pre triage, che ora sono 565”.
“Noi quello che dovevamo fare lo stiamo facendo, lo stato di pandemia non ci cambia molto. È un invito agli stati membri ad intervenire in maniere molto ma molto più restrittiva di quanto fatto finora”. Ha detto il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza in conferenza stampa alla Protezione Civile commentando l’annuncio dell’Oms che ha dichiarato l’emergenza da Coronavirus come pandemia.
Per quanto riguarda l’aggressività del virus Rezza ha affermato che “l’Iss ha isolato e sequenziato il genoma del virus di un paziente cinese allo Spallanzani e di un paziente lombardo, tutto il genoma. Ora facciamo lo stesso con un paziente veneto. Ci sono solo piccole mutazioni, il virus è come quello cinese, che viene da Wuhan, non è diventato più aggressivo in Italia”.
Per quanto riguarda l’impatto del Covid 19 sui bambini Rezza ha spiegato che “sono pochi (43, ndr) i casi di bambini positivi al coronavirus. Bambini che superano brillantemente la malattia. Ma questo rafforza la decisione di aver chiuso le scuole”.