Poche donne scienziate nei panel di convegni e congressi? Niente alibi per non invitarle, ora c’è una banca dati ad hoc per contattarle
di Grazia Labate
"Abbiamo cercato di trovare una donna per parlare in questo panel, ma non conoscevamo nessuna donna che lavorasse su questo argomento", rispondono così in genere alla domanda sul perché ci siano sempre poche donne, gli organizzatori degli eventi scientifici a cui viene posto il problema. Un alibi? Forse, in ogni caso da oggi nessuno potrà più rispondere così grazie a una banca dati che ha raccolto oltre 7.500 nomi di scienziate nelle diverse discipline pronte a portare il loro apporto in tutto il mondo. Nell'elenco anche 40 italiane
28 APR - Un database di donne scienziate, creato un anno fa da un gruppo guidato da una borsista post-dottorato della CU Boulder School of Medicine (Università del Colorado) è cresciuto fino ad elencare più di 7.500 donne come raccontato in un articolo pubblicato il 23 aprile scorso su PLOS Biology .
Il database "Request a Woman Scientist" è stato creato per rispondere al timore che l'esperienza scientifica delle donne sia spesso esclusa durante le riunioni e i meeting professionali.
"L'idea è venuta dalle ripetute esperienze di vedere nei convegni, nei congressi, quasi tutti i panels maschili ("manels") e le competenze scientifiche delle donne spesso escluse dagli eventi pubblici" di confronto e di approfondimento, scrive
Elizabeth McCullagh, Ph.D., postdoctoral fellow presso il Dipartimento di Fisiologia e Biofisica all’Anschutz Medical Campus con altri coautori.
Secondo uno studio del 2017 che analizzava i relatori di convegni in 50 università prestigiose, gli uomini sono stati invitati a tenere il doppio delle discussioni sulla loro ricerca rispetto alle donne. Alla domanda sul perché, gli organizzatori dell'evento hanno ripetuto spesso la stessa spiegazione: "Abbiamo cercato di trovare una donna per parlare in questo panel, ma non conoscevamo nessuna donna che lavorasse su questo argomento".
Per combattere l'errata percezione che le donne non sono impegnate in una serie di attività scientifiche, McCullagh e i suoi colleghi hanno creato il database
Request a Woman Scientist per connettere istituzioni educative, responsabili delle politiche a livello istituzionale, media, pubblico e altri con donne scienziate in tutte le discipline di tutto il mondo.
Le donne elencate nel database hanno indicato la loro disponibilità a parlare con gli studenti o i media, consultare un progetto, partecipare ad un panel o rivestire il ruolo di oratore principale di una conferenza.
Tra il suo lancio nel gennaio 2018 e il novembre 2018, quando sono stati raccolti i dati per l'articolo di PLOS Biology, oltre 7.500 donne provenienti da 133 paesi in rappresentanza di 174 discipline si erano iscritte. La maggior parte lavorano negli Stati Uniti e si occupano di biologia, le italiane sono al momento solo 40. La piattaforma è già stata utilizzata più di 100.000 volte da giornalisti, organizzatori di conferenze, insegnanti scolastici e altri scienziati.
Già i giornalisti di The Atlantic, Grist e National Geographic online hanno fatto affidamento sul database per le fonti.
Per essere inserite nell’elenco, le donne scienziato devono compilare un modulo online che sarà esaminato dai membri del gruppo “
500 Women Scientists” per verificare che le informazioni fornite siano accurate. Il database elenca le donne che si trovano in diversi campi della scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e medicina (STEMM).
500 Women Scientists è un'organizzazione fondata da quattro donne che si sono incontrate in una scuola di specializzazione presso la CU Boulder (Università del Colorado) e che hanno mantenuto amicizia e collaborazione dopo che il lavoro e la vita le avevano portate via da Boulder.
La missione del gruppo è rendere la scienza aperta, inclusiva e accessibile. Quando hanno pubblicato una lettera aperta nel novembre 2016, i fondatori del gruppo si erano date un obiettivo ambizioso, raccogliere almeno 500 firme, ma entro poche ore dalla pubblicazione della lettera l’obiettivo era già stato superato.
"Il nostro obiettivo è aumentare la rappresentanza delle donne scienziate nella società e cambiare le percezioni di ciò che sembra uno scienziato", ha detto McCullagh. "Man mano che il nostro database cresce, pensiamo di renderlo più facile da usare in modo che le scienziate siano riconosciute per il loro contributo significativo alla scienza e alla nostra comprensione del mondo."
Far uscire dall'ombra le tantissime donne impegnate nella ricerca in tutto il mondo è l'obiettivo del registro mondiale promosso dall'organizzazione 500 Women Scientists. Coraggio iscriviamoci in massa facciamo conoscere quanto sapere e ricerca femminili abbiamo in Italia, diamo il nostro contributo per partecipare con le altre ricercatrici al confronto e al dibattito internazionale. C’è bisogno anche nella scienza di democrazia paritaria.
Grazia Labate
Ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità
28 aprile 2019
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