La revisione
Stephanie Debette e colleghi hanno utilizzato i dati di 94 articoli per indagare sull’associazione tra quattro caratteristiche radiologiche del danno vascolare cerebrale (infarti cerebrali (Bi), iperintensità della sostanza bianca (Wmh), microbolle cerebrali (Cmb) e spazi perivascolari (Pvs)) e rischio di ictus, demenza e morte.
La presenza di infarti cerebrali è stata associata a un aumento di 2,38 volte del rischio di ictus (p<0,001), un aumento del 29% del rischio di demenza (p=0,04) e un aumento del rischio di morte del 64% (p<0,001).
L’elevato carico di iperinensità della sostanza bianca è stato associato a un aumento del rischio di ictus pari a 2,45 volte (p<0,001), a un aumento del rischio di demenza dell’84% (p<0,001) e aumento del rischio di mortalità di 2 volte (p<0,001).
La presenza di mirobolle cerebrali è stata associato aun aumento del rischio di ictus del 98% (p<0,001), a un aumento del rischio di mortalità del 53% (p<0,001), ma non ha fatto registrare nessun aumento significativo del rischio di demenza incidente.
La maggior parte di queste associazioni sono state osservate sia nella popolazione generale che in individui ad alto rischio. Non ci sono stati studi idonei sufficienti per condurre meta-analisi sul significato clinico degli spazi perivascolari. “Dal punto di vista pratico, la scoperta di questi marcatori Mri dovrebbe richiedere una valutazione dettagliata del rischio di ictus e demenza e un’attenta valutazione del rapporto beneficio-rischio per le strategie preventive disponibili”, affermano gli autori.
Fonte: Jama Neurol 2018
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
24 ottobre 2018
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