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Noci, nocciole e mandorle proteggono dalla fibrillazione atriale

di Maria Rita Montebelli

I risultati di un vasto studio osservazionale svedese suggeriscono che un elevato consumo di frutta a guscio (oltre 3 volte a settimana) riduce il rischio di fibrillazione atriale del 18%.  I benefici sembrano estendersi anche allo scompenso cardiaco, ma se in questo caso le evidenze sono meno robuste. Non sono noti i meccanismi alla base di questo effetto protettivo; le noci sono un’importante fonte di antiossidanti, grassi salutari e minerali.

17 APR - Il consumo regolare di frutta a guscio (noci, nocciole, ecc) nell’arco della settimana, ridurrebbe il rischio di fibrillazione atriale e forse di scompenso cardiaco (ma i dati sono meno robusti), stando ad un nuovo studio pubblicato su Heart.
 
In passato altri studi avevano suggerito un beneficio della frutta a guscio sul rischio di infarti, ictus e mortalità associata ma anche in questo caso non sono chiari i benefici che determinano questo vantaggio per la salute.
 
Per far luce ulteriore su questo aspetto gli autori di questo studio hanno utilizzato l’enorme mole di dati relativi alle risposte del Food Frequency Questionnaire, compilato da 61.000 svedesi di 45-83 anni, che sono stati incrociati con i dati relativi a 17 anni di salute cardiovascolare di queste stesse persone.
 
I consumatori di frutta a guscio in generale mostravano in genere un livello di istruzione più elevato, conducevano uno stile di vita più salutare (tendevano a fumare meno e ad avere livelli di pressione arteriosa meno elevati), erano in generale più magri e fisicamente attivi, consumavano più frequentemente frutta, vegetali e bevande alcoliche.
 
Durante il periodo di osservazione sono stati registrati circa 5 mila casi di infarto (917 fatali), 3.160 nuovi casi di scompenso cardiaco, 7.550 nuovi casi di fibrillazione atriale. Nello stesso periodo sono stati inoltre diagnosticati 972 casi di stenosi aortica, 983 casi di aneurisma dell’aorta addominale e sono stati registrati 3.782 casi di ictus ischemici e 543 di ictus emorragici.
 
Il consumo di noci/nocciole è risultato associato ad un minor rischio di infarto, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e aneurisma dell’aorta addominale. Ma dopo aver effettuato gli opportuni aggiustamenti per stile di vita, dieta, diabete e storia familiare, dallo studio emerge solo una chiara correlazione inversa tra consumo di noci e riduzione del rischio di fibrillazione atriale. In particolare, tra chi riferiva di consumare noci tre volte al mese, il rischio di fibrillazione atriale risultava ridotto di appena il 3%; il rischio si riduceva invece del 12% tra chi consumava noci 1-2 volte a settimana, per arrivare ad una riduzione del 18% in chi consumava frutta a guscio 3 o più volte a settimana. Per ogni porzione di noci in più consumata a settimana, il rischio di fibrillazione atriale appariva ridotto di un ulteriore 4% .
 
Si tratta di risultati interessanti che derivano però da uno studio osservazionale che, anche se di grandi proporzioni, non è in grado di stabilire la presenza di un nesso causale.
 
Di certo la frutta a guscio è un’importante fonte di minerali, antiossidanti e grassi salutari che hanno tutti un ruolo nella salute cardiovascolare.
La prova provata che la frutta a guscio faccia bene al cuore insomma non c’è ancora, ma i risultati di questa ricerca suggeriscono che un beneficio, almeno nella prevenzione della fibrillazione atriale, potrebbe esserci.
 
Maria Rita Montebelli

17 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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