Il vaccino contro il colera per via orale viene generalmente somministrato in due dosi e conferisce protezione per almeno cinque anni. In molte situazioni, però, dare la seconda dose diventa difficile, quindi sarebbe meglio avere una protezione immediata già dopo la prima. Sempre Qadri e colleghi avevano evidenziato che una singola dose di vaccino forniva il 40% di protezione contro tutti gli episodi di colera e il 63% di protezione contro episodi gravi, in sei mesi di follow-up. Nell'attuale studio, i ricercatori riportato i dati relativi a due anni di follow-up.
La protezione complessiva sarebbe stata del 39%, con un'efficacia del 50% contro episodi gravi di colera. Tra i bambini sotto i cinque anni, invece, non ci sarebbe stata alcuna protezione. Mentre tra i partecipanti di età compresa tra cinque e 15 anni al momento della vaccinazione, l'efficacia a livello di protezione sarebbe stata del 52% contro tutti i tipi di colera e del 71% contro le forme più gravi. Infine, per i partecipanti di oltre 15 anni, la protezione sarebbe arrivata al 59%, per qualsiasi tipo di colera e per quello più grave.
“Il regime di dosaggio a una dose con cellule intere inattivate è stato impiegato spesso in situazioni di disastri umanitari, in cui il completamento della seconda dose è difficile”, hanno osservato i ricercatori. “I nostri risultati indicano che quando si verificano episodi endemici di colera, non bisogna scoraggiarsi se non si riesce a completare il trattamento con due dosi, perché i bambini più grandi e gli adulti saranno protetti per almeno due anni, da una singola dose”, hanno evidenziato.
Lorenzo Pezzoli, del Cholera Team dell'Oms, non crede però “che quanto studio cambierà il modo in cui usiamo il vaccino attualmente”. Anche perché, ha ribadito l'esperto, questo trattamento viene già viene consigliato a una dose in situazioni di emergenza. Ma è importante sottolineare che “il vaccino non risolverà il problema del colera, specialmente in paesi come il Bangladesh, ma a questo trattamento devono seguire miglioramenti a livello di condizioni di servizi igienico sanitarie e delle acque”, ha concluso l'esperto.
Fonte: Lancet Infectious Disease
Will Boggs
26 marzo 2018
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