Caso Avastin-Lucentis. Piovella (Soi): “Corte UE ribadisce ciò che abbiamo evidenziato da 10 anni”
"La Corte UE ha confermato la situazione di illegittimità organizzata nel nostro Paese per mettere da parte Avastin e favorire la commercializzazione di Lucentis, due farmaci equivalenti che consentono ai Pazienti affetti da malattie della retina di conservare la vista. Da sempre denunciamo in ogni sede il pericolo discriminante subito giornalmente da 100.000 pazienti italiani che non possono accedere alle cure necessarie", spiega il presidente della Società oftalmologica.
26 GEN - "La Corte di Giustizia Europea ha emesso la
sentenza nella causa C-179/16 che riguarda il caso Avastin/Lucentis dando ragione alle tesi ed alle indicazioni che dal 2007 sono state esposte, e sostenute, dalla Società Oftalmologica Italiana. È stata confermata la situazione di illegittimità organizzata nel nostro Paese per mettere da parte Avastin e favorire la commercializzazione di Lucentis, due farmaci equivalenti che consentono ai Pazienti affetti da malattie della retina di conservare la vista".
Ne è convinto il Presidente Soi,
Matteo Piovella, che ha ribadito la necessità di proseguire in ogni sede e con ogni strumento possibile la battaglia a tutela del diritto dei medici oculisti di prescrivere farmaci secondo scienza e coscienza al fine di garantire l’accesso alla miglior cura a tutela della salute visiva dei cittadini italiani: “In tale prospettiva, occorre non perdere di vista il centro del problema che discrimina i Pazienti affetti da maculopatia bisogna concentrare ogni attenzione sulle delibere di Aifa e sul suo Cts, sulle eventuali inadeguatezza e carenze, sulla necessità di superare una cronica impreparazione sull’impatto sociale delle maculopatie e la totale insensibilità rispetto alle esigenze dei Pazienti".
Nel corso del 2018 ci sarà una svolta epocale, conclude il Presidente della Soi: “Finalmente, avanti al Tribunale Penale di Roma inizierà il processo che farà luce definitivamente su tutta la vicenda chiarendo e dichiarando, definitivamente, la responsabilità di chi strumentalmente si è adoperato per certificare falsamente l’Avastin come farmaco pericoloso capace di accecare o far morire i pazienti. Si capirà chi ha sfruttato a proprio vantaggio tutta questa situazione. Si chiarirà chi si è 'adoperato' favorendo tutta questa ignobile vicenda. Un processo che vedrà la Soi come garanti della verità scientifica”.
26 gennaio 2018
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