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Dal dentifricio un’arma in più per curare la malaria

di Kate Kelland

In uno studio dell’Università di Cambridge, che ha utilizzato un robot dotato di Intelligenza Artificiale, un composto presente nella pasta dentifricia, il triclosan, si è dimostrato potenzialmente in grado di agire sull’enzima Dhfr e su altri parassiti della malaria. Una scoperta importante nella prospettiva di ampliare l’armamentario terapeutico contro questa infezione

19 GEN - (Reuters Health) – Il triclosan, un antibatterico presente nella pasta dentifricia, potrebbe essere in grado di contrastare i ceppi di malaria più resistenti alle terapie. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Cambridge, che ha impiegato uno “scienziato – robot” dotato di intelligenza artificiale (Ai). Nello studio pubblicato da Scientific Reports il triclosan ha mostrato caratteristiche capaci di interrompere l’infezione della malaria in due stadi critici: quello del fegato e del sangue. La malaria uccide ogni anno circa mezzo milione di persone, in maggioranza bambini delle zone più povere dell’Africa.  La resistenza dei vari ceppi del parassita malarico a questi farmaci è purtroppo in forte crescita. Per questo motivo, la ricerca di nuovi farmaci sta diventando sempre più urgente.

La premessa
Dopo essere stati trasferiti in un nuovo ospite tramite una puntura di zanzara infetta dal Plasmodium falciparum, i parassiti della malaria si fanno strada nel fegato, dove maturano e si riproducono. Quindi, dopo alcuni giorni si spostano nei globuli rossi, si moltiplicano e si diffondono nel corpo, causando febbre e complicanze potenzialmente letali. I ricercatori sanno da tempo che il triclosan può arrestare la crescita dei parassiti della malaria nella fase del sangue dell’infezione, inibendo l’azione dell’enzima enoil reduttasi (Enr), che è coinvolto nella produzione di acidi grassi. Nel dentifricio, l’inibizione di questo enzima aiuta a prevenire l’accumulo di batteri nella placca.

Lo studio

Nel lavoro dell’Università di Cambridge, coordinato da Elizabeth Bilsland, ha scoperto che il triclosan inibisce anche un altro enzima, completamente diverso del parassita della malaria, chiamato Dhfr. Il Dhfr è il bersaglio della pirimetamina antimalarica, un farmaco di vecchia data verso il quale tuttavia i parassiti della malaria stanno sviluppando una sempre maggiore resistenza, in particolare in Africa. Il lavoro del team di Cambridge ha dimostrato che il triclosan è in grado di mirare e agire su questo enzima anche nei parassiti resistenti alla pirimetamina.

“La scoperta del nostro ‘collega robot’, che il triclosan è efficace contro due obiettivi della malaria ci da la speranza che potremmo essere in grado di usarlo per sviluppare un nuovo farmaco – dice Elizabeth Bilsland –. Sappiamo che triclosan è un composto sicuro, e la sua capacità di colpire due punti del ciclo vitale del parassita malarico significa che il Plasmodium falciparum troverà molte difficoltà a sviluppare la resistenza”. Lo scienziato robotizzato Ai, utilizzato nello studio – soprannominato Eve – è stato progettato per automatizzare e accelerare il processo di scoperta dei farmaci.

Fonte: Scientific Report

Kate Kelland

(Versione Quotidiano Sanità/Popular Science)

19 gennaio 2018
© Riproduzione riservata


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