I diabetologi sollecitano Lorenzin a reintrodurre nei Lea scarpe e plantari per i diabetici. E il Ministero risponde: “Questione rimessa a commissione Lea”
“Incredibilmente, dai Lea sono sparite le calzature cosiddette “di serie”, mentre sono rimaste quelle “su misura”, di certo più costose”, affermano i diabetologi, che si soffermano anche “sull’annuncio dell’erogazione da parte del Ssn di fantasiosi 'alimenti per diabetici', iniziativa censurata dalle stesse associazioni dei pazienti, in quanto del tutto inutile ai fini dell’ottenimento di un miglior compenso metabolico delle persone con diabete”. Non si fa attendere la risposta del Ministero.
14 DIC - I diabetologi della Società Italiana di Diabetologia, dell’Associazione Medici Diabetologi e le persone con diabete sollecitano il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin per riavere le loro “scarpe”: vale a dire le calzature ortopediche di serie, quelle usate per la prevenzione e la cura del piede diabetico, una complicanza assai seria che può condurre anche all’amputazione.
“Incredibilmente, dai Lea sono sparite le calzature cosiddette “di serie”, mentre sono rimaste quelle “su misura”, di certo più costose”, affermano i diabetologi, che si soffermano anche “sull’annuncio dell’erogazione da parte del Ssn di fantasiosi 'alimenti per diabetici', iniziativa censurata dalle stesse associazioni dei pazienti, in quanto del tutto inutile ai fini dell’ottenimento di un miglior compenso metabolico delle persone con diabete”.
Per i diabetologi questa proposta ha destato infatti “sorpresa”, dato che i diabetici “non hanno bisogno di alimenti speciali ma solo di una dieta ben equilibrata”. Insomma, dicono i medici, “se soldi si devono spendere, è bene che si impieghino per cose realmente utili, non per quelle di cui si può fare tranquillamente a meno”.
La richiesta dei diabetologi è dunque chiara, ossia che le “calzature di serie” per la prevenzione e il trattamento del piede diabetico (condizione che riguarda circa 300mila italiani) tornino ad essere erogabili dal Ssn, riconoscendole come parte integrante di un percorso diagnostico-terapeutico specifico per la persona affetta da piede diabetico.
Nell’arco di tutto l’anno, tra società scientifiche di diabetologia e Ministero della Salute c’è stato un botta e risposta a distanza, tra lettere al Ministro e interrogazioni in XII Commissione della Camera (Affari Sociali) che, dicono i diabetologi, "ha tutto il sapore di un dialogo tra sordi, pieno di equivoci a volte grotteschi, in una discussione dove si perde spesso di vista il fuoco della questione che è quello di garantire alle persone con diabete un trattamento di livello e la prevenzione delle gravi complicanze del piede diabetico, dalle infezioni, all’amputazione".
Per questo la Società Italiana di Diabetologia, insieme all’Associazione Medici Diabetologi hanno deciso di rendere pubblico il dibattito inerente alla richieste di reintroduzione nei Lea delle "calzature di serie" per il piede diabetico, nella speranza di sensibilizzare pienamente decisore politico e opinione pubblica sulla necessità di ripristinare la prescrivibilità di queste calzature speciali, “salva-piede”, “salva-vita” e persino “salva-budget sanitario”.
Ecco tutte le tappe della querelle:
1) DPCM 12 gennaio 2017 Definizione e Aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza di cui all’Art.1, comma 7 del DLGS 30 dicembre 1992, n. 502. Scompare dall’elenco dei Lea la prescrivibilità delle calzature di serie tra le ortesi concesse dal SSN per il trattamento dei pazienti affetti da "piede diabetico".
2) La richiesta di reintroduzione nei Lea delle calzature di serie, da parte di Sid-Amd e Simfer con lettera al Ministro Lorenzin del 28 agosto 2017
Della questione si occupano ufficialmente le società scientifiche di diabetologia – gruppo ‘PodopatiaDiabetica’ della Società Italiana di Diabetologia e Associazione Medici Diabetologi, nella persona di
Roberto Anichini, che, insieme alla Società di Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer), rappresentata da
Paolo Boldrini, inviano lo scorso agosto al Ministro Beatrice Lorenzin una richiesta di "modifica condizioni di prescrivibilità per calzature per persone affette da piede diabetico", nel timore che molti dei pazienti che potrebbero giovarsi di questi presidi, rinuncino ad acquistarli per questioni economiche con le prevedibili conseguenze in termini di aggravamento della malattia, disabilità e in definitiva di aumento dei costi assistenziali. Le Società Scientifiche firmatarie di questa lettera avevano offerto anche piena disponibilità alla stesura di linee guida ed indicazioni di prescrivibilità, al fine di garantire la massima appropriatezza dei percorsi di fornitura.
3) La questione diventa oggetto di un’interrogazione di
Lorenzo Becattini andata in discussione il 16 novembre 2017 in XII Commissione (Affari Sociali) della Camera (Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-11537, testo di giovedì 8 giugno 2017, seduta n.811) dove si chiedeva se il Ministro non ritenesse necessario assumere iniziative affinché, al prossimo aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, siano reinserite le calzature ortopediche di serie fra le ortesi garantite dal servizio sanitario nazionale.
4) Risposta scritta (stralcio) pubblicata giovedì 16 novembre 2017 nell’allegato al bollettino in Commissione XII (Affari Sociali) 5-11537 da parte del Sottosegretario di Stato Salute,
Davide Faraone: “Le motivazioni di tale scelta (
quella di toglierele dai Lea, ndr.) sono da ricercarsi nella considerazione che, nella maggior parte dei casi, le calzature ortopediche di serie, destinate a ‘piccole deformità’ non differiscono significativamente da numerosi modelli di calzature in commercio, caratterizzati da forme e materiali particolarmente adatti al contenimento del piede. Peraltro, è esperienza consolidata in tutte le Regioni che le ‘calzature ortopediche di serie’ siano oggi oggetto di iperprescrizione, spesso inappropriata, soprattutto, nel caso di minori. [...] Inoltre, l'assistenza protesica agli assistiti adulti (a differenza di quella rivolta ai minori) ha una finalità spiccatamente riabilitativa/compensativa più che preventiva; non a caso, l'assistenza è erogata esclusivamente a persone con menomazioni o disabilità stabilizzate conseguenti a patologie o lesioni. [...] Concludo ritenendo che le esigenze dei pazienti affetti da piede diabetico siano pienamente garantite dalle calzature di buona fattura presenti sul mercato, senza dimenticare che gli stessi potranno avvalersi, qualora necessario, delle calzature ortopediche ‘su misura’. Queste, infatti, sono costruite per uno specifico assistito e sono destinate a tutti quei soggetti che, per le loro condizioni, non possono avvalersi di calzature presenti sul mercato ed hanno necessità di un allestimento ad hoc della calzatura, sulla base dei rilevamenti fatti in sede di misurazione e sulla valutazione funzionale dell'assistito”.
5) Lettera aperta di Sid-Amd (siglata da
Roberto Anichini e dai presidenti delle due società scientifiche, per la Sid
Giorgio Sesti, per l’Amd
Domenico Mannino) indirizzata al Ministro Lorenzin dove si sottolineava no le perpolessità sulla risposta all’interrogazione in XII Commissione che decidono di inviare al Ministro Lorenzin una lettera aperta nella quale sottolineano come nella risposta del sottosegretario "sono contenute affermazioni generiche che nulla hanno a che vedere con l’argomento in questione, associate a valutazioni non corrette". "Più volte come società scientifiche della diabetologia avevamo approfondito la questione e sottolineato lo scopo della richiesta del reinserimento delle calzature ortopediche di serie nei Lea: garantire l’assistenza alle persone con diabete che necessitano dei presidi in questione ed evitare un aumento di spesa. [...] Relativamente al ruolo della calzatura nel trattamento del piede diabetico, sia la scarpa su misura che di serie non hanno funzione correttiva ma hanno funzione di sostegno e contenimento nei pazienti adulti con deformità stabilizzate o da stabilizzare; [...] le critiche sull'adeguatezza prescrittiva relativa ‘ai minori e/o all'iperprescrizione spesso inappropriata della calzatura di serie’ non sono applicabili alle persone con diabete in quanto la prescrizione delle calzature riguarda gli adulti e non sono mai prescritte ai bambini. [...] Attualmente la prescrizione della calzatura nei pazienti diabetici è appropriata e il passaggio obbligato di tutti questi pazienti alla calzatura su misura aumenterebbe di molto i costi per il SSN. Per i circa 300 mila pazienti con diagnosi di piede diabetico (classe II-III) aventi diritto alle scarpe, con la scelta di scarpe su misura, la spesa passerebbe da circa 90 milioni di euro (scarpe di serie) a 270-300 milioni di euro. Attualmente le scarpe su misura sono <10 per cento del totale delle prescrizioni”.
Lorenzo Proia
14 dicembre 2017
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