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Diagnostica: i pazienti vogliono conoscere i referti sempre più in fretta. Meglio se a voce ed entro due giorni


La tecnologia sta profondamente cambiando la radiologia, dimezzando i tempi di attesa per gli esami e la loro modalità di esecuzione. E i pazienti desiderano sempre più interloquire con i radiologi, per avere in prima battuta la diagnosi, senza un’ulteriore intermediazione, che pagano salato in termini di ansia e stress di attesa.

20 NOV - (Reuters Health) – Normalmente, nella pratica clinica, i team di radiologia interpretano le immagini, ma non si interfacciano direttamente con i pazienti per comunicare loro i risultati. Così, alcuni gruppi di radiologi in diversi Paesi starebbero cercando dei metodi per abbreviare i tempi di consegna dei risultati e dare ai malati la possibilità di conoscere in prima battuta i risultati. Di questa piccola “rivoluzione” culturale in radiologia si è recentemente occupato il Journal of the American College of Radiology, che ha pubblicato il lavoro di un gruppo coordinato da Matthew Davenport, dell’Università del Michigan di Ann Arbor.
 
Lo studio
Davenport e colleghi hanno esaminato 202 pazienti sottoposti a diversi esami eseguiti per differenti motivi: radiografia del torace per dolore al petto, radiografia del torace per polmonite, risonanza magnetica per mal di schiena, TC o Risonanza per tumore al cervello e TC o Risonanza per trattamento del cancro. In ognuna di queste circostanze, i ricercatori chiedevano ai pazienti quanto tempo avrebbero aspettato prima di chiamare per informazioni sui risultati, se erano ansiosi nell’attesa del referto e il gradimento o meno di averlo online su un portale dedicato.
 
In generale, i pazienti desideravano avere i risultati da uno a tre giorni dopo e avrebbero chiamato per chiedere informazioni da uno a cinque giorni dopo essersi sottoposti all’esame. Inoltre, la metà dei pazienti avrebbe dichiarato di aspettarsi un risultato entro tre giorni dopo uno screening di routine, dopo due in seguito a radiografia del torace per dolore al petto e dopo uno dopo i raggi-X fatti per evidenziare una polmonite, o un esame di imaging per tumore del cervello o trattamento anticancro. La metà dei pazienti avrebbe anche riferito cambiamenti a livello emotivo, tra cui ansia che andava da lieve a estrema. In generale, infine, i pazienti preferivano avere i risultati al telefono piuttosto che di persona, ma entrambe le opzioni erano più gradite rispetto alla trasmisisone online.
 
Ma del 58% delle persone che avevano effettivamente usato un portale di pazienti, il 94% ha dichiarato di aver ricevuto correttamente i referti e di essere soddisfatto dal servizio. La American College of Cardiology ha avviato un’iniziativa nazionale che incoraggia i radiologi ad assumere un ruolo più ampio nella cura dei pazienti e nelle interazioni con loro. E proprio sul malato si starebbe spostando la loro attenzione, come specificato da Andrew Rosencrantz, della NYU Langone Health, che ha sottolineato che “con i risultati dei test di imaging, un’immagine può valere più di mille parole. Siamo più concentrati sui pazienti e vogliamo ottenere risultati dei test in modo rapido e comprensibile”.
 
Fonte: Journal of the American College of Radiology

Carolyn Crist

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)


20 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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