Danno renale da mezzo di contrasto: inutile l’infusione di bicarbonati o la somministrazione di acetilcisteina per prevenirla
di Maria Rita Montebelli
Lo studio PRESERVE, condotto su oltre cinquemila pazienti ad alto rischio di danno renale da sottoporre ad angiografia, ha dimostrato che l’infusione di bicarbonati o la somministrazione di acetilcisteina per os è del tutto inutile ai fini della prevenzione delle complicanze da mezzo di contrasto (mortalità, necessità di ricorrere alla dialisi, elevazione persistente della creatinina a distanza di 90 giorni, nefropatia acuta da mezzo di contrasto
13 NOV - Come proteggere i reni dai possibili danni del mezzo di contrasto iodato usato per una serie di esami radiologici? Bicarbonati e acetilcisteina funzionano davvero? È la domanda alla base di uno studio pubblicato sul
New England Journal of Medicine e presentato in contemporanea al congresso dell’
American Heart Association in corso ad Anaheim (Usa).
In clinica, per prevenire i danni da mezzo di contrasto iodato, soprattutto nei soggetti a rischio, è invalsa la pratica di infondere bicarbonati e di somministrare acetilcisteina per via orale, pur in assenza di evidenze definitive di una loro efficacia.
Lo studio PRESERVE è andato a valutare l’effetto di queste misure sul rischi di danni renali acuti in una popolazione di 5.177 pazienti ad alto rischio di complicanze renali, sottoposti ad angiografia; una parte di loro è stata assegnata a ricevere soluzioni di bicarbonato di sodio all’1,26% o un’infusione di soluzione fisiologica; gli altri sono stati assegnati al trattamento con acetilcisteina per os per 5 giorni o placebo.
L’endpoint primario era un composito di mortalità, necessità di ricorrere alla dialisi, aumento persistente dei valori di creatininemia di almeno il 50% rispetto ai valori di base, a distanza di 90 giorni. La nefropatia acuta da mezzo di contrasto è stato considerato un endpoint secondario.
Lo studio è stato interrotto precocemente dopo l’analisi ad interim prevista nel suo disegno perché né i bicarbonati, né l’acetilcisteina sono risultati re favorevolmente l’endpoint primario; questo si è verificato nel 4,4% dei pazienti del gruppo trattato con bicarbonati, rispetto al 4,7% dei soggetti assegnati alla fisiologica e nel 4,6% dei pazienti nel gruppo acetilcisteina, rispetto al 4,5% di quelli assegnati al placebo. Nessuna differenza tra i vari gruppi è emersa anche per quanto riguarda la nefropatia acuta da mezzo di contrasto.
Gli autori concludono dunque che tra i soggetti ad alto rischio di complicanze renali, che devono essere sottoposti ad angiografia, l’infusione di bicarbonati o la somministrazione di acetilcisteina non comportano alcun vantaggio rispetto all’idratazione con fisiologica o al placebo in termini di prevenzione di mortalità, necessità di dializzare il paziente, alterazione persistente della funzionalità renale a 90 giorni, prevenzione della nefropatia acuta da mezzo di contrasto.
Lo studio è stato finanziato dal dipartimento dei Veterans Affairs (Office of Research and Development) e dal National Health and Medical Research Council of Australia.
Maria Rita Montebelli
13 novembre 2017
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