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Endoscopia. Un corretto reprocessing per la sicurezza del paziente


Pulizia, disinfezione e sterilizzazione prima dell’utilizzo sono passaggi fondamentali per la sicurezza degli endoscopi: procedure inaccurate possono provocare la diffusione di patogeni letali. Il rapporto tecnico UNI TR 11662 definisce gli standard qualitativi necessari per un corretto processo di ricondizionamento dei dispositivi medici.

12 LUG - Dalla pre-detersione alla prova di tenuta dell’endoscopio, sono tante le pratiche da seguire per la sicurezza dei pazienti. L’inadeguata osservanza delle procedure di reprocessing degli strumenti contaminati può infatti provocare la diffusione di patogeni anche letali per alcuni soggetti. Per contribuire ad incrementare gli standard di sicurezza per il paziente, il rapporto tecnico UNI TR 11662 (ANOTE/ANIGEA) fornisce una linea guida sul tema agli operatori del settore. Un documento che si rivela particolarmente utile alla luce dell’emanazione della Legge 8 marzo 2017 n. 24 - Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie che affronta tematiche che spaziano dal rischio clinico legato al reprocessing alla responsabilità medico-legale dell’operatore sanitario.

La disinfezione è un aspetto ancora più delicato e rilevante nel caso di alcuni dispositivi medici particolarmente sofisticati, come gli endoscopi. Si tratta infatti di strumenti complessi, formati da lumi lunghi e stretti con meccanismi di controllo avanzati e proprio per questo più difficili da pulire e disinfettare in vista dell’uso successivo. "Il rapporto UNI aumenta la sicurezza del paziente e consente di ridurre i rischi di infezioni correlate all’assistenza - spiega Cinzia Rivara, presidente Anote Anigea, Associazione Nazionale degli Infermieri Operatori Tecniche Endoscopiche - Il rapporto tecnico affronta una serie di punti fondamentali: dalla pre-detersione alla prova di tenuta dell’endoscopio. Uno dei punti più critici, è il lavaggio manuale ed è fondamentale la tracciabilità di tutto il percorso fino allo stoccaggio e al rilascio".

"Tutti questi aspetti - ha proseguito Rivara - rappresentano una parte importante per l’accreditamento delle endoscopie, promosso da Società Italiana di Endoscopia Digestiva (S.I.E.D.) e Anote/Anigea, in collaborazione con l’ente indipendente di certificazione Kiwa Cermet Italia, che ha l’obiettivo di creare standard di qualità a cui i centri di endoscopia possono fare riferimento nella logica dell’erogazione di una assistenza di tecnico-professionale di qualità elevata, nonché dell’efficienza dei processi organizzativi e gestionali. Tutto ciò nella prospettiva del miglioramento continuo dei servizi offerti al cittadino a cui assicurare la possibilità di eseguire gli esami endoscopici in punti di eccellenza. Grazie alla nuova Legge Gelli, il professionista sanitario dovendo tracciare tutta la documentazione sanitaria sarà facilitato e potrà lavorare con maggiore qualità, sicurezza e chiarezza seguendo appunto le indicazioni contenute nei documenti di indirizzo che in questo caso sono rappresentati dal rapporto tecnico UNI TR 11662 recentemente pubblicato", ha concluso.

Cosa prevede il rapporto tecnico UNI TR 11662
Il rapporto tecnico UNI TR 11662 è stato pubblicato a dicembre 2016 con l’obiettivo di unificare le procedure operative del processo di ricondizionamento degli endoscopi termolabili al fine di aumentarne la qualità e la sicurezza e di ridurre i rischi di infezione correlati all’assistenza. Come descritto nel rapporto, il processo di ricondizionamento di un endoscopio deve seguire specifiche fasi sequenziali che prevedono verifiche e controlli dell’operatore. La tracciabilità è uno dei requisiti richiesti nel processo di verifica e permette di documentare che le procedure siano state effettivamente applicate, che il personale sia stato formato adeguatamente e che i processi automatici abbiano avuto un esito conforme a quanto previsto. Il rapporto tecnico UNI TR 11662, per far fronte di una tale complessità delle procedure, suggerisce il ricorso a sistemi informatici.

Endodays: il ciclo di workshop itineranti dedicati all’endoscopia
Per informare la comunità scientifica sui rischi di uno scorretto ricondizionamento degli endoscopi, è in corso, fino ad ottobre, l’iniziativa di 3M Salute “Endodays”: una serie di workshop itineranti rivolti a Direzioni Generali o Sanitarie, responsabili del ricondizionamento, e risk manager. L’obiettivo è duplice: da un lato informare la comunità scientifica sui rischi legati a un inadeguato ricondizionamento di endoscopi, dall’altro individuare le possibili soluzioni per offrire ai pazienti trattamenti sicuri. Le tematiche affrontate spaziano dall’aspetto clinico ai rischi legati al reprocessing, dalla responsabilità medico-legale dell’operatore sanitario. Al termine dell’evento, sarà distribuita una copia ufficiale del rapporto tecnico UNI TR 11662 per ogni struttura ospedaliera pubblica e privata partecipante.

"Ricerca e innovazione sono sempre stati il motore della nostra azienda, e anche con questa campagna vogliamo supportare un passaggio culturale importante nel nostro Paese, in questo caso nell’unificare le procedure operative del processo di ricondizionamento degli endoscopi termolabili", ha spiegato Alessandro Lofoco, Sales & Marketing Manager di 3M. "Siamo convinti che il nostro contributo non debba limitarsi al rendere disponibili tecnologie avanzate ma debba andare oltre, pensando al contesto in cui operiamo e a garantire le migliori condizioni di sicurezza dei pazienti che affrontano un’endoscopia. Pazienti più informati e personale sanitario aggiornato sulle migliori procedure operative aiuteranno ad aumentare la qualità e di ridurre i rischi di infezione correlati all’assistenza. Siamo lieti di lavorare con Anote Anigea, Associazione Nazionale degli Infermieri Operatori Tecniche Endoscopiche, e con gli altri soggetti che stanno partecipando con noi a questa campagna", ha concluso.

12 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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