Cannabis terapeutica. I farmacologi italiani: “Serve più prudenza nell’uso, le evidenze scientifiche sono ancora troppo scarse”. Ecco cosa bisogna fare per usarla in sicurezza
di Società Italiana di Farmacologia
Per la Società Italiana di Farmacologia stanno proliferando attività formative ed informative "non sempre corrette e potenzialmente pericolose per la slaute". Tra le raccomandazioni: valutare in ogni paziente i dosaggi più adatti, considerare le possibili comorbidità, verificare l’utilizzazione o meno di altri farmaci e valutare attentamente le abitudini di vita del paziente stante l’elevato rischio di abuso associato al suo utilizzo
01 FEB - La Società Italiana di Farmacologia, alla luce della grande attenzione mediatica che si sta registrando in relazione all’uso terapeutico della Cannabis sativa (proposto nel trattamento di varie condizioni morbose sulla base di risultati generati da una non sempre convincente e rigorosa sperimentazione clinica) e al proliferare di attività formative ed informative non sempre corrette potenzialmente pericolose per la salute dei pazienti e dotate di possibili rischi per la collettività, ritiene necessario esprimere la sua posizione nei confronti di questo tema a beneficio delle Istituzioni, delle altre Società Scientifiche ed Associazioni, della classe medica e dei cittadini/pazienti.
La Società Italiana di Farmacologia, consapevole della complessità delle problematiche correlate all’uso terapeutico della Cannabis sativa, intende rimarcare la assoluta necessità che vengano osservati in maniera rigorosa i principi di appropriatezza diagnostica e prescrittiva.
Difatti a fronte del continuo espandersi delle possibili indicazioni, talvolta anche in assenza di congrue evidenze prodotte da studi controllati, bisogna tener sempre presente la necessità:
- di valutare in ogni paziente i dosaggi più adatti e far sì che venga somministrata sempre la posologia stabilita (fatto non agevole con le modalità di somministrazione attualmente previste);
- di considerare le possibili comorbidità o la presenza di vulnerabilità dinanzi ad altre condizioni morbose;
- di verificare l’utilizzazione o meno di altri farmaci responsabili di possibili interazioni potenzialmente dannose;
- di valutare attentamente le abitudini di vita del paziente stante l’elevato rischio di abuso associato al suo utilizzo.
Una appropriata prescrizione e una attenta osservazione sono rese altresì indispensabili dalle attuali scarse conoscenze sugli effetti di un trattamento prolungato nelle diverse condizioni morbose e dal rischio di interazioni con le terapie che potrebbero essere prescritte da altri medici.
La Società Italiana di Farmacologia raccomanda fortemente che quanto sopra espresso venga tenuto in debito conto nella stesura di eventuali raccomandazioni al Medico prescrittore ed esprime la volontà di mettersi a disposizione con le proprie competenze nelle Sedi Istituzionali (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, AIFA) per collaborare fattivamente alla stesura di raccomandazioni ufficiali rivolte ad una prescrizione appropriata e ad un uso corretto della Cannabis sativa nelle differenti condizioni morbose.
La Società Italiana di Farmacologia si propone inoltre per collaborare alla prevista revisione del Decreto 9/11/2015.
Società italiana farmacologia
01 febbraio 2017
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