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Chirurgia mininvasiva per il colon-retto. Al via il primo Clinical Advisory Board dedicato


In tutto 16 specialisti, membri delle Società scientifiche Sic e Acoi, finalizzeranno raccomandazioni dedicate al corretto utilizzo delle tecniche laparoscopiche nella chirurgia colorettale, che in Italia non supera il 29%. L’obiettivo è promuovere una corretta formazione dei chirurghi e di conseguenza implementare le loro abilità nell’utilizzo di queste tecniche.

01 FEB - Elaborare una serie di Raccomandazioni “chiave” per un corretto approccio alla chirurgia mininvasiva nel segmento colorettale, attraverso l’individuazione di indicatori di performance specifici. È il compito affidato, da oggi, ad un Clinical Advisory Board dedicato, composto da 16 medici-chirurghi provenienti da tutto il territorio nazionale.
 
L’obiettivo è promuovere una corretta formazione dei chirurghi e di conseguenza implementare le loro abilità nell’utilizzo delle tecniche chirurgiche mininvasive rispetto a quelle tradizionali “in open”. Un approccio mininvasivo per la chirurgia colorettale, e non solo, può garantire, infatti, tempi di recupero post-operatori più brevi, comorbilità minori e, di conseguenza, un migliore outcome clinico per il paziente. Ciò si traduce in periodi di degenza ospedaliera ridotti e di conseguenza in un efficientamento e in un risparmio per il Sistema sanitario. Elemento, oggi, più che mai al centro del dibattito dei decisori politici.

Il Board si inserisce all’interno del progetto “OPTIMISE” (OPen To Innovative Minimally Invasive Surgery Experience), presentato lo scorso settembre a Roma e promosso dalla Società Italiana di Chirurgia (Sic) e dall’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (Acoi) in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano e con il contributo non condizionante di Medtronic Italia. Le Raccomandazioni saranno aggiornate periodicamente, grazie a informazioni derivanti dalla pratica clinica, e pubblicate in un documento ufficiale conclusivo.

“Lo scopo dell’Advisory Board - spiegano Marco Montorsi e Francesco Corcione, rispettivamente President e Past President della Sic - è quello di stimolare una riflessione sull’impiego della chirurgia laparoscopica, in particolare colorettale, nel nostro Paese, partendo dai dati epidemiologici attuali che mostrano come questo approccio sia ancora poco utilizzato, con un divario importante tra Nord e Sud. Inoltre, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera in strutture Hub & Spoke, un Centro di Eccellenza, per essere identificato come tale, ad esempio, dovrà effettuare almeno il 50% delle procedure adottando la tecnica laparoscopica per il tumore del colon-retto. In quest’ottica, abbiamo ritenuto fosse il momento giusto per riunire un gruppo di esperti, tra i migliori in Italia nell’utilizzo della chirurgia mininvasiva, in grado di elaborare Raccomandazioni teoriche e pratiche sull’utilizzo di questa tecnica chirurgica. Intendiamo arrivare, da qui a due anni, a un 'follow-up' che mostri un importante incremento del loro utilizzo a livello nazionale”.
 
Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, l’utilizzo di procedure laparoscopiche in Italia si attesta intorno al 29%, rispetto al dato medio europeo del 32%. Una stima addirittura ottimistica rispetto alla reale situazione, poiché una parte degli interventi approcciati con tecniche mininvasive parrebbe concludersi tramite il ricorso alla chirurgia tradizionale.

Le Raccomandazioni del Clinical Advisory Board, composto da membri delle due Società scientifiche con un’esperienza di almeno cinque anni nell’utilizzo di tecniche mininvasive in almeno il 50% dei pazienti, saranno destinate a favorire percorsi formativi strutturati, ma non standardizzati. L’obiettivo è far emergere chirurghi specializzati in procedure laparoscopiche in grado di aumentare la penetrazione di questa pratica clinica sul territorio nazionale, ma anche di creare percorsi virtuosi per ottimizzare risorse e risultati.

“Si tratta di un progetto dall’alto spessore - ha affermato Diego Piazza, Presidente Acoi -. che porterà benefici ai chirurghi e ai pazienti. Finalmente, ci stiamo muovendo per dare una risposta concreta alla scarsa diffusione di queste tecniche, diventate ormai fondamentali; negli ultimi anni, infatti, la politica sanitaria non è stata in grado di spingere verso l’utilizzo di metodiche mininvasive, soprattutto, ma non solo, nel segmento colorettale. Stiamo parlando di pratiche chirurgiche che portano da un lato un notevole beneficio per il paziente, migliorando l’intero decorso post-operatorio, e dall’altro, grandi vantaggi per il Sistema. Crediamo, infatti, che dopo aver stilato le nostre Raccomandazioni, queste debbano essere portate all’attenzione dei decisori politici, i quali non potranno esimersi dal prenderle in considerazione”.

Al fine di sfruttare al meglio le opportunità di queste tecnologie, infine, è fondamentale avere informazioni non solo sul loro valore clinico, ma anche su quello economico e organizzativo. In particolare, tra i grandi trend di innovazione tecnologica quello della mininvasività è tra i più rilevanti, ma anche tra i meno studiati. Troppo spesso, si dà per scontato il vantaggio potenziale degli approcci laparoscopici rispetto alla chirurgia tradizionale, ma solo gli stessi chirurghi hanno il potere di governarlo al meglio. I 16 esperti, che da oggi formano il Clinical Advisory Board del progetto “OPTIMISE”, dovranno quindi analizzare, studiare e, infine, elaborare una profilazione chiara e condivisa dello specialista chiamato a utilizzare nella pratica clinica quotidiana questi approcci mininvasivi.

01 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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