Anziani. C’è correlazione tra andatura lenta e deterioramento cognitivo
Il rapporto tra frequenza e velocità della camminata e deterioramento delle capacità cognitive è stato oggetto, in passato, di alcuni studi. Una metanalisi condotta in Cina ha passato in rassegna la letteratura scientifica evidenziando un rapporto positivo fra i due parametri.
16 GEN -
(Reuters Health) – Secondo una nuova metanalisi svolta in Cina, le persone anziane con un’andatura lenta sono esposte a un maggior rischio di deterioramento cognitivo e demenza. Alcune ricerche avevano rilevato una correlazione tra andatura a disfunzione cognitiva, ma fino a oggi non era stata studiata sistematicamente la portata dell’associazione e la possibile presenza di un rapporto frequenza-risposta. Per indagarla,
Minghui Quan e colleghi della Shanghai University of Sport in Cina hanno revisionato 17 studi prospettici sull’andatura. Sette erano incentrati sul deterioramento cognitivo, sette sulla demenza e tre includevano entrambi gli esiti.
La metanalisi
I 10 studi sul deterioramento cognitivo hanno coinvolto quasi 10.000 partecipanti, mentre i 10 studi in cui uno degli outcome era la demenza hanno incluso più di 14.000 persone. I camminatori più lenti presentavano l’89% di rischio in più di deterioramento cognitivo (intervallo di confidenza al 95%, 1,53 – 2,31), ma non sussisteva alcuna relazione lineare tra andatura e rischio di deterioramento cognitivo. Il rischio di demenza risultava del 66% più elevato negli individui con la più lenta andatura rispetto a quelli con il passo più veloce (IC 95%, 1,43 – 1,92). Tre studi hanno incluso dati sul rapporto dose-risposta e hanno riscontrato un rischio relativo di deterioramento cognitivo di 1,13 per ogni calo in decimetri al secondo nell’andatura (IC 95%, 1,08 – 1,18).
Le conclusioni
“L’andatura potrebbe essere un indicatore della funzione cognitiva per molte ragioni”, osservano Quan e colleghi. “Per esempio, il passo risulta associato alla forza muscolare e la perdita di muscolo è legata a infiammazione, stress ossidativo e altri fattori connessi alla funzione cognitiva”. Camminare non è un’attività automatica, aggiungono i ricercatori, perché “richiede una coordinazione senza interruzioni di diversi sistemi neurologici che includono attività motorie, sensoriali e cerebellari”.
“Poiché uno studio clinico randomizzato su andatura e funzione cognitiva potrebbe non essere fattibile per considerazioni pratiche – concludono i ricercatori – sono necessari studi di coorte ben concepiti, su larga scala e prospettici per determinare i valori soglia specificati in base a età, sesso e popolazione per l’andatura, al fine di potenziare l’efficacia ed efficienza di questo indicatore precoce di deterioramento cognitivo e demenza”.
Fonte: Journal of Gerontology: Medical Sciences 2016
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
16 gennaio 2017
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