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Hiv-Aids. Ecco le linee guida 2016 del Ministero della Salute


I farmaci oggi a disposizione non possono guarire da Hiv e Aids, ma i percorsi di cura possono garantire ai pazienti di vivere meglio e più a lungo. I protocolli di trattamento vengono periodicamente aggiornati anche per evitare che il virus possa essere trasmesso. Pronte le linee guida 2016

28 NOV - Ancora oggi non esiste una cura che possa guarire definitivamente dall’Hiv. Ma una tempestiva diagnosi può evitare che le persone affette da questo virus possano inconsapevolmente trasmetterlo.  I pazienti che scoprono di essere positivi a questa patologia devono essere presi in carico da strutture competenti ed essere sottoposti alle cure adeguate.
 
È per questo motivo che, periodicamente, le linee guida per il trattamento di Hiv e Aids vengono aggiornate. Ad occuparsene è la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), in collaborazione con le Sezioni L e M del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute. Queste linee guida hanno innanzitutto lo scopo di ottenere il miglior utilizzo possibile della terapia antiretrovirale.
 
Ma vediamo quali sono le novità del 2016.  Le nuove linee oltre a proporre tutti gli aggiornamenti disponibili in  merito a nuove ricerche scientifiche, propone ulteriori particolari su come gestire l’assistenza dei pazienti, su come iniziare la terapia antiretrovirale di combinazione (cART),  nonché sulla sua ottimizzazione, sull’invecchiamento delle persone con HIV, la coinfezione con tubercolosi, la terapia neo-natale e la profilassi pre-esposizione PrEP). Al progetto hanno partecipato non solo numerosi medici specialisti della SIMIT, ma anche esperti di altre discipline, e soprattutto le associazioni dei pazienti e delle comunità colpite dall’infezione, così da garantire la stesura di un documento multidisciplinare, che possa accogliere quanti più punti di vista possibili.
 
Oggi, la terapia di combinazione, la cosiddetta cART,  non solo garantisce che il virus non sia trasmesso, ma permette di prevenire le complicanze, evitando di arrivare alla forma conclamata della patologia detta AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). In questo modo si garantisce una prospettiva di vita più lunga a tutti quei pazienti che seguono il protocollo nel dettaglio. I percorsi terapeutici, basati soprattutto su assunzioni di farmaci, per essere realmente efficaci, devono essere non solo condotti nel rispetto dei principi che ne garantiscano un’efficacia duratura, ma soprattutto personalizzati a seconda delle caratteristiche cliniche, sociali e comportamentali del paziente.

28 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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