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Zika. L’annuncio dell’Oms: “Non è più emergenza internazionale. Ma la lotta al virus prosegue”


Dopo 9 mesi l'Organizzazione mondiale della Sanità fa cessare l’allarme rosso. In ogni caso la battaglia ora proseguirà con "un approccio a lungo termine" ed un "piano di lavoro con risorse dedicate per fronteggiare la natura duratura dell'infezione e delle sue conseguenze".

19 NOV - Dopo nove mesi, l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato conclusa la fase della 'risposta di emergenza' all'epidemia da virus Zika. Il virus continua a rappresentare una minaccia, spiega l'Agenzia Onu per la salute, ma il suo contrasto richiede ora "un approccio a lungo termine" ed un "piano di lavoro con risorse dedicate per fronteggiare la natura duratura dell'infezione e delle sue conseguenze".
 
La decisione è stata presa ieri dal Comitato di emergenza istituito dall'Oms (giunto alla quinta riunione) che ha dichiarato come il contrasto al virus, diffusosi soprattutto in Sud America e collegato a gravi patologie neurologiche fetali in caso di infezione di donne in stato di gravidanza, richiede ora "un approccio a lungo termine". Cessa quindi dopo 9 mesi l’allarme rosso, ma la battaglia non finisce qui.
 
Il virus (ad oggi, circa 30 Paesi hanno registrato casi di difetti neurologici fetali causati dal virus; oltre 2.100 casi di malformazioni del sistema nervoso sono stati registrati solo in Brasile) hanno avvertito gli esperti dell'Oms, rappresenta ancora "un problema molto serio sul lungo periodo che deve essere affrontato dall'Oms, gli Stati ed i vari partner allo stesso modo in cui sono contrastate altre pericolose malattie infettive". Dato che, affermano dall'Oms, "la ricerca ha ora dimostrato il collegamento esistente tra l'infezione da virus Zika e l'insorgenza di microcefalia fatale, il Comitato di emergenza ha avvertito che è ora necessario un robusto e duraturo meccanismo tecnico per organizzare la risposta globale all'infezione".
 
Molti aspetti di questa infezione e delle sue conseguenze, sottolinea ancora l'Oms, "devono ancora essere compresi, ma ciò può essere fatto in modo più efficace attraverso il sostegno alla ricerca". 

19 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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