Attenzione ad utilizzare lo smartphone a letto. “Può causare cecità temporanea”. Lo studio della City University London
Attraverso questo esperimento completamente innocuo gli autori miravano a mettere in evidenza il fenomeno per farne prendere coscienza ai medici e ridurre costosi esami, rassicurando al contempo i pazienti. Sebbene non sia limitato all'uso dello smartphone, l'effetto è stato osservato più diffusamente con questo tipo di dispositivo a causa del suo ampio utilizzo. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
12 LUG - Secondo un nuovo studio condotto dai docenti della City University London, del Moorfields Eye Hospital, del King’s College London e del National Hospital for Neurology and Neurosurgery, l’utilizzo prolungato dello smartphone quando si è a letto può causare una cecità temporanea. Lo studio è stato pubblicato sul
New England Journal of Medicine.
Attraverso questo esperimento completamente innocuo gli autori miravano a mettere in evidenza il fenomeno per farne prendere coscienza ai medici e ridurre costosi esami, rassicurando al contempo i pazienti.
Descrivendo due donne che si sono presentate con problemi visivi a un occhio, il team ha riscontrato che quando le pazienti guardavano il loro smartphone a letto i sintomi individuati erano causati dai loro occhi, che regolavano in modo diverso la luce emessa dal dispositivo. Mentre l'occhio che guardava si adattava alla luce, l'occhio bloccato dal cuscino si adattava al buio. Di conseguenza, quando entrambi gli occhi erano scoperti al buio, l'occhio adattato alla luce veniva percepito come "cieco" con un effetto, conosciuto come bleaching differenziale dei fotopigmenti, della durata di pochi minuti.
Per effettuare maggiori ricerche su questo effetto, gli autori hanno quindi guardato lo schermo di uno smartphone alla distanza di un braccio e quantificato il tempo necessario per il recupero della sensibilità al buio usando il test di adattamento rapido al buio sviluppato presso la City University London (http://www.city.ac.uk/avot). Hanno quindi scoperto che la sensibilità visiva dell'occhio che non era stato coperto e aveva guardato lo smartphone si era significativamente ridotta, necessitando diversi minuti per riprendersi, e questa riduzione della sensibilità era misurabile a livello della retina.
Sebbene non sia limitato all'uso dello smartphone, l'effetto è stato osservato più diffusamente con questo tipo di dispositivo a causa del suo ampio utilizzo. L'effetto è stato osservato anche in passato: diversi anni fa era ben noto nella comunità di Neuro-Oftalmologia un fenomeno analogo conosciuto con il nome di "Cecità di Carson" (il cui nome deriva dalla show di Johnny Carson), dovuto all'abitudine di guardare la TV a letto con un occhio coperto.
Tuttavia, l'uso dello smartphone può potenzialmente produrre questo tipo di fenomeno e renderlo sempre più comune. L'effetto viene anche segnalato dai pazienti con cataratta e influisce nella maggior parte dei casi sul centro della lente di un occhio guardando delle luci brillanti con entrambi gli occhi (e non solo lo smartphone). Il bleaching differenziale dei fotopigmenti nei due occhi causa la perdita relativa della vista quando si passa in aree più buie, con l'occhio senza cataratta che mostra la maggior perdita di sensibilità alla luce.
John Barbur, Professore di Ottica e Optometria presso la City University London nonché co-autore dello studio, ha affermato: “Sebbene la maggior parte delle persone guardi gli schermi in modo binoculare tenendo aperti entrambi gli occhi contemporaneamente, le persone usano spesso gli smartphone mentre sono sdraiate, quando potrebbe risultare più comodo guardare i dispositivi con un occhio solo o dove un occhio potrebbe essere inavvertitamente coperto. Oggigiorno gli smartphone sono pressoché utilizzati a qualsiasi ora del giorno e i fabbricanti stanno producendo schermi con una luminosità aumentata per compensare la luce ambientale di sfondo e quindi consentire una più facile lettura. Di conseguenza, dal momento che gli smartphone diventano sempre più popolari, le presentazioni pervasive come quella che stiamo descrivendo diventeranno probabilmente sempre più frequenti. I casi che abbiamo analizzato mostrano che studiare nel dettaglio la storia del paziente e comprendere la fisiologia della retina può rassicurare sia il paziente che il dottore e può evitare ansia inutile e costosi esami."
12 luglio 2016
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