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Remunerazione farmacie. Assofarm: “Non aspetteremo la fine dell’anno per riaprire il confronto”

di Venanzio Gizzi

Il presidente Gizzi precisa che quest’anno l’Associazione delle farmacie comunali “non vuole aspettare gli ultimi mesi dell’anno per riaprire il confronto con le altre associazioni di categoria al solo fine di ottenere l’ennesimo rinvio. Non è un atteggiamento serio, e soprattutto otterrebbe il solo risultato di posticipare un problema ormai irrimandabile”.

04 LUG - Come un fiume carsico che all’improvviso scompare per poi riaffiorare quando e dove non ci si aspetta, la remunerazione è assente dal dibattito di questi mesi ma rischia di tornare d’attualità quando sarà troppo tardi per affrontarlo nei modi dovuti. È per questo che Assofarm ha deciso di cambiare passo.
 
La storia della riforma della remunerazione del farmacista è nota a tutti. Dopo anni di confronti e stimoli, finalmente nel 2013 le rappresentanze della filiera distributiva firmano con Aifa un accordo poi non riconosciuto dai Ministeri competenti e che perdipiù ha subito un ricorso poi vinto dalle Regioni in Corte Costituzionale. La norma istitutiva del Tavolo era oggettivamente mal scritta, e le Regioni hanno legittimamente lamentato la loro assenza nel confronto su un tema che le vede parte pagante.
 
Da allora un susseguirsi di rinvii e silenzi, sui quali pende la concreta possibilità che il Governo prenda in mano la situazione e legiferi senza più la necessità di un accordo negoziale con le associazioni di categoria.
 
Il perché di questo tirare a campare è presto spiegato. Le Regioni hanno tutto l’interesse a non fare nulla. Dal momento che la spesa farmaceutica extraospedaliera è in calo costante, un sistema di remunerazione legato al fatturato fa si che di anno in anno paghino sempre meno.
 
Più complesse, e forse più colpevoli, sono le ragioni delle farmacie. È probabile che molte di esse si accontentino di recuperare il fatturato perso dalla remunerazione regionale attraverso la vendita di prodotti non farmaceutici. Oggi le cose stanno così, ma è quasi certo che la pacchia non durerà a lungo. Integratori, creme di bellezza e quant’altro sono le categorie merceologiche più esposte alla concorrenza di parafarmacie, corner dei supermercati, e soprattutto delle future catene di farmacie detenute dalle società di capitali.
 
Si tratta di soggetti che, per competenze e strutture, hanno maggiori capacità commerciali di noi. È assurdo pensare di competere sul loro campo di gioco. La farmacia di domani salverà i propri fatturati se saprà tutelare la redditività di prodotti (e soprattutto servizi) suoi esclusivi, non se imiterà malamente altri.
 
Quest’anno Assofarm non vuole aspettare gli ultimi mesi dell’anno per riaprire il confronto con le altre associazioni di categoria al solo fine di ottenere l’ennesimo rinvio. Non è un atteggiamento serio, e soprattutto otterrebbe il solo risultato di posticipare un problema ormai irrimandabile.
La scorsa settimana, la nostra Giunta ha deliberato di avviare un gruppo di lavoro tecnico composto da esperti e docenti universitari che dovrà produrre proposte operative sull’attuazione della nuova remunerazione. Il nostro approccio fee-for-service, basato su un modello di remunerazione mista, verrà quindi maggiormente sostenuto da nuovi dati scientifici.
 
I risultati di questo gruppo di lavoro saranno disponibili a settembre prossimo, verranno prima discussi tra i nostri associati e poi presentati agli altri soggetti della filiera del farmaco. Si tratta evidentemente di un processo non privo di limiti, primo fra tutti quello che sarebbe stato opportuno condividerlo fin dall’inizio con gli altri componenti del futuro tavolo. Ma ha anche dei pregi. Dopo l’estate avremo già le carte in regola per aprire il dibattito, questa volta supportato da numeri e ragionamenti economicamente solidi. Chi ci dirà no, dovrà spiegarcelo con altrettanta ragion veduta.
 
I tempi rimangono comunque strettissimi, ma questa volta Assofarm intende rafforzare il proprio ruolo vero e proprio capofila nell’attivazione di un tavolo che dovrà portare entro la fine del 2016 a formulare proposte concrete al Governo.
 
Affrontare con maggiore forza e determinazione organizzativa il tema della remunerazione non significa solo ridefinire quanto prima un quadro in grado di ridare ordine ai nostri bilanci e al nostro ruolo nel SSN, ma anche trasmettere un’immagine nuova della farmacia italiana. Quella di un soggetto che sa accettare le sfide del suo tempo, che sa proporre idee e ha la forza per realizzarle.
 
Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm
 
Fonte: Editoriale notiziario n.113 di Assofarm

04 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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