Neurologia. Le esplosioni producono cicatrici nel cervello. Studiate reazioni nei militari Usa
di Lorraine l. Janeczko
Il cervello che ha riportato un danno dovuto a un trauma da esplosione riporta una lesione particolare. È quanto è emerso da una serie di studi su casi post-mortem condotto fra militari che hanno partecipato a operazioni di guerra.
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(Reuters Health) - “Il nostro studio fornisce per la prima volta la prova che l’esposizione a esplosivi ad alto potenziale, come quelli con cui hanno a che fare i militari statunitensi in guerra, può provocare danni cerebrali caratteristici, che le tecniche di neuroimaging sono in grado di rilevare”, ha affermato
Sharon Shively, ricercatore presso l’Università Militare Scienze della Salute (USUHS) a Bethesda nel Maryland. “I modelli cicatriziali astro-gliali trovati nel cervello corrispondono alle modalità biofisiche delle esplosioni che comportano danni a livello dell’interfaccia tra i tessuti, con differenze di densità tra liquido cerebrospinale e parenchima cerebrale”.
Lo studio
Gli studiosi hanno esaminato i campioni di cervelli di militari maschi conservati nelle banche di tessuti degli Stati Uniti e deceduti in combattimento a seguito di esplosioni. Il team ha confrontato i cervelli con traumi da esplosione con cervelli che non presentavano storie simili.
In tutti i casi di scoppio cronico (con morte dopo più di 6 mesi dall’esposizione al trauma) i ricercatori hanno rilevato un caratteristico tessuto cicatriziale astro-gliale che coinvolge la componente subpiale gliale, i vasi sanguigni corticali, le giunzioni di materia grigia e bianca e le strutture che rivestono i ventricoli. Nei casi di scoppio acuto (con morte avvenuta da quattro a sessanta giorni dopo il trauma) hanno trovato lo stesso tipo di cicatrici astro-gliali nelle medesime aree cerebrali.
“Molti militari impegnati in Iraq e in Afghanistan sono stati esposti a traumi da esplosione e sono rientrati con sintomi persistenti molto difficili da trattare clinicamente – ha osservato il dottor
Daniel P. Perl, neuropatologo all’USUHS – il nostro studio è un primo passo verso lo sviluppo di migliori strumenti di diagnosi, prevenzione e trattamento sebbene occorrano ulteriori indagini e maggiori dettagli riguardo alle correlazioni clinico-patologiche dei traumi da esplosione”.
Fonte: Lancet Neurol 2016
Lorraine l. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
01 luglio 2016
© Riproduzione riservata
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