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Violenza sulle donne. Parte il progetto per studiare le modificazioni del dna delle vittime


Il progetto EpiREVAMP è promosso dall'E.O. Galliera di Genova e dall'Istituto Superiore di Sanità, cui la AslTO2 partecipa con ben due presidi ospedalieri, il Maria Vittoria e il San Giovanni Bosco. L’obiettivo è individuare nuove opportunità di cura per le donne vittime di violenza.

20 MAG - Identificare le tracce della violenza nel genoma delle donne che l'hanno subita e le riparazioni successive a un intervento psicoterapeutico. È questo l'ambizioso obiettivo del progetto triennale Epi-REVAMP, promosso dall'E.O. Galliera di Genova (Prof. Paolo Cremonesi, referente scientifico del progetto) e dall'Istituto Superiore di Sanità, cui la AslTO2 partecipa con ben due presidi ospedalieri, il Maria Vittoria e il San Giovanni Bosco.

"Premettendo che la violenza è da considerarsi un fattore ambientale estremamente negativo, Epi-REVAMP è lo studio molecolare che consente di estrapolare dati epigenetici da campioni di sangue intero di pazienti che hanno subito trauma”, spiega in una nota diffusa dall’Asl TO2 Alessio Pitidis dell’ISS. “Questa tecnologia innovativa – prosegue - sarà utilizzata come strumento di screening per determinare nuovi biomarcatori, in grado di individuare gli stadi precoci di insorgenza del Disturbo Post Traumatico da Stress. In sinergia con i Pronto Soccorso ospedalieri della rete di sorveglianza REVAMP, questo studio è il primo che affianca a un progetto multicentrico e multidisciplinare la creazione di una banca biologica, primo e unico strumento per poter misurare l'effetto della violenza a livello biologico".

"Il consenso informato approvato dal Comitato Etico dell'Istituto Superiore di Sanità è il primo passo per la divulgazione dello studio e per l'arruolamento delle donne vittime di violenza – spiega Teresa Emanuele, coordinatrice equipe antiviolenza della AlsTO2 – la nostra Asl,  con i codici rosa attivi da anni nei Pronto Soccorso del Maria Vittoria e del San Giovanni Bosco, che fanno parte della rete di sorveglianza ospedaliera e territoriale, costituisce un osservatorio certamente privilegiato. I segni della violenza verranno individuati a livello molecolare e chimico e, trattandosi  di modificazioni che non cambiano la sequenza del DNA, ma sono indicatori di uno stato di malattia, ci darà la possibilità di correzione – prosegue Emanuele – mettendo in luce le potenzialità che un determinato trattamento psico-terapeutico può avere nel modificare alcune componenti molecolari del genoma".

"Esistono molti studi sull'influenza negativa di semplici fattori ambientali come fumo, alcol, alimentazione non corretta, fattori socio-economici, sul nostro stato di salute, documentati dalle modificazioni del profilo epigenetico, ma per quanto riguarda le modificazioni indotte dalla violenza, gli studi pubblicati sono perlopiù incentrati sulla popolazione maschile e su classi particolari di popolazione – commenta il Direttore Generale Asl TO 2, Valerio Fabio Alberti – per cui la ricerca cui partecipiamo è ancora più innovativa e vede alleate tutte le professionalità del mondo ospedaliero, assistenziale, sociale e della ricerca, per affrontare questo rilevante problema di salute pubblica globale".

Le persone che hanno subito violenza, in accesso ospedaliero, possono aderire su base libera e  volontaria allo studio, acconsentendo al prelievo di propri campioni biologici, che verranno comparati con quelli di soggetti sani, per valutare il  rischio  di sviluppare Disturbo Post Traumatico da Stress.

Il protocollo, che, spiega la Asl To2, è stato confezionato e approvato dal Comitato Etico dell'IIS, sulla base della normativa europea, prevede il prelievo di poche gocce di sangue (per Ematocrito, Analisi biochimiche specifiche e profilo epigenetico) unito alla compilazione di questionari su abitudini alimentari e stili di vita, misurazioni antropometriche, nonché test psicologici e di valutazione della capacità funzionale e del benessere generale della vittima.

Gli aderenti al progetto verranno seguiti nel percorso terapeutico per la durata di 18 mesi, con altri prelievi di sangue a distanza dopo 6, 12 e 18 mesi, concomitanti con interviste, esame obiettivo e misurazioni antropometriche per la valutazione dell'evoluzione dello stato psico-fisico.

“La partecipazione allo studio multicentrico non comporta rischi, non è retribuita ed è molto importante per la Ricerca e per la salute pubblica: ciascuno avrà contribuito personalmente allo sviluppo di possibili benefici per le generazioni future”, precisa la nota, spiegando che lo studio prospettico EpiREVAMP è la linea di ricerca specifica all'interno del Progetto multicentrico "Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea - REVAMP", finanziato dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM 2014) del Ministero della Salute. “Dati preliminari hanno evidenziato che lo studio REVAMP è in grado di identificare un campione di 1.500 donne che hanno subito violenza. Dal campione saranno arruolate 200 donne, che saranno appaiate per omogeneità di fattori socioambientali con altrettante donne che non hanno subito violenza”.

20 maggio 2016
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