Infarto. Per le infermiere ipertese rischio triplo
di Lisa Rapaport
Uno studio danese pubblicato dall’European Journal of Preventive Cardioogy, ha valutato, su una popolazione di oltre 12.000 infermiere, la correlazione lavoro impegnativo,ipertensione e rischio di attacco cardiaco. Tra le migliaia d’infermiere esaminate in questo studio, l’ipertensione, il lavoro di sollevamento e di trasporto di pesi, e lo stare in piedi a lungo, sono stati correlati a una probabilità triplicata di avere un infarto miocardico.
15 MAR -
(Reuters Health) – Le donne con ipertensione e con un lavoro particolarmente stressante hanno maggiori possibilità di avere un infarto al miocardio rispetto alle loro coetanee con un’attività meno impegnativo e una pressione arteriosa normale.È quanto emerge da uno studio danese che ha valutato l’interazione tra lavoro fisico, pressione alta e rischio di attacco cardiaco revisionando i dati di oltre 12.000 infermiere.
“Un lavoro fisicamente impegnativo può essere associato a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. – ha detto l’autrice dello studio,
Karen Allesoe – Così nel corso del tempo si possono formare placche aterosclerotiche nelle coronarie e anche l’ipertensione è legata alla formazione di tali placche. Tutto ciò potrebbe aiutare a spiegare perché alcune donne hanno mostrato un elevato rischio di MI”. In particolare, tra le migliaia d’infermiere esaminate in questo studio, l’ipertensione, il lavoro di sollevamento e di trasporto di pesi, e lo stare in piedi a lungo, sono stati correlati a una probabilità triplicata di avere un infarto miocardico, rispetto a quanto si è visto per lavori più sedentari.
Lo studio
Per esplorare l’interazione tra il lavoro fisico, la pressione alta e il rischio di attacco cardiaco, Allesoe e colleghi, della University of Southern Denmark di Odense, hanno revisionato i dati riguardanti più di 12.000 infermiere già partecipanti al Danish Nurse Cohort Study partendo dal 1993. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario nel quale le partecipanti dovevano riportare i livelli di sforzo fisico da lieve a moderato o elevato. Durante 15 anni di follow-up, 580 infermiere hanno sviluppato cardiopatia ischemica. Circa il 12% degli infermieri riferito di aver avuto l’ipertensione. Circa il 47% delle infermiere ha riferito elevati livelli di attività fisica sul posto di lavoro, il 34% ha descritto un livello di sforzo moderato e il 19% ha detto di essere generalmente sedentarie. Le infermiere con pressione sanguigna normale ed elevata attività fisica hanno avuto un piccolo aumento del rischio di malattie cardiache, ma questo non è risultato statisticamente significativo, dopo aggiustamento per altri fattori di rischio come il diabete e il fumo. Queste donne, inoltre, mostravano un rischio di circa cinque ulteriori casi di cardiopatie/10.000 persone/anno, che non si sarebbero verificati se non avessero avuto un lavoro fisicamente impegnativo. Ma con l’ipertensione, le donne mostravano circa 15 ulteriori casi di cardiopatie/10.000 persone/anno. Di fatto, la combinazione ipertensione/lavoro pesante, è stata associata a 60 casi in più di cardiopatie/10.000 persone/anno.
Uno dei limiti dello studio è che il campione esaminato, seppure di grandi dimensioni, era rappresentativo di una sola professione e di un solo Paese. Inoltre le segnalazioni delle infermiere sull’attività lavorativa avrebbero potuto non essere del tutto corrette. E ancora, l’assunzione di farmaci, le diverse attività extra-lavorative o lo stile di vita, avrebbero potuto influenzare i risultati. Infine, andrebbe considerata anche l’assunzione più o meno corretta di farmaci per mantenere la pressione in controllo, una condizione che se associata a un’attività lavorativa pesante, potrebbe rappresentare, anche in altre professioni, il rischio oggettivo di una cardiopatia ischemica.
Fonte: Eur J Prev Cardiol 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
15 marzo 2016
© Riproduzione riservata
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