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Vertenza Salute. Boggio (Assobiomedica): "Passo avanti, ma si riprendano tutti i temi in sospeso. Industria è paralizzata"


Per Associazione delle imprese del biomedicale la riattivazione del tavolo sull'articolo 22 del Patto per la Salute “è un'ottima notizia, purché non si affrontino solo i temi che riguardano la valorizzazione delle risorse umane, ma si risolvano anche le criticità che hanno portato al deterioramento del nostro Servizio sanitario”.

15 MAR - "La riattivazione del tavolo sull’articolo 22 del Patto per la Salute - scrivono da Assobiomedica in una nota - è un’ottima notizia purché non si affrontino solo i temi, certamente importanti, che riguardano la valorizzazione delle risorse umane, ma si risolvano anche le criticità che hanno portato oggi al deterioramento del nostro Servizio sanitario".
 
"Il personale medico-sanitario - prosegue la nota - svolge un ruolo centrale nella Sanità, senza però una riorganizzazione dell’intero sistema di assistenza e senza una politica che valorizzi la filiera della salute, il rischio è che il nostro SSN non si risollevi. Se l’industria del settore viene paralizzata da misure inappropriate che frenano lo sviluppo ci chiediamo come possa essere rilanciata e garantita la formazione in medicina. Inoltre, i tanti aspetti del Patto per la Salute lasciati in sospeso, oltre a quelli dell’articolo 22, dovrebbero essere affrontati con urgenza per rimettere in moto la nostra Sanità e ridare fiducia a tutti gli attori del sistema, in primis i cittadini". Questo il commento di Assobiomedica sull’accordo siglato da Ministero, Regioni e sindacati medici per riattivare il tavolo sul Patto per la Salute.

“Le nostre imprese – dichiara il Presidente di Assobiomedica Luigi Boggio - stanno vivendo una crisi inarrestabile, testimoniata da un calo del fatturato del 3% nel secondo semestre 2015 e causata dalle spending review, dalle gare centralizzate al massimo ribasso e dalla spada di Damocle del payback, che ci ha costretto ad accantonare risorse che si sarebbero potute investire in formazione medica e ricerca. L’industria ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nella formazione del personale medico-sanitario, ma a causa di queste misure a danno delle nostre imprese, temiamo che molte risorse verranno meno. Ricerca e formazione medica rappresentano degli asset essenziali per il mondo clinico e per i cittadini. Parliamo di ricerca per migliorare la qualità della vita dei pazienti, parliamo di dispositivi spesso salvavita che evitano malattie croniche e generano risparmi per il sistema, parliamo di apparecchiature e test diagnostici che aiutano a prevenire patologie gravi ed eliminano costi di ospedalizzazione futuri. Tutto questo è stato finora possibile grazie agli investimenti delle imprese del settore in ricerca e formazione del personale. Senza una politica sanitaria che valorizzi questi aspetti il rischio è che non andremo molto lontano”.

“È dunque apprezzabile l’impegno del ministro Lorenzin e delle Regioni – conclude il Presidente di Assobiomedica - per riattivare un tavolo che era rimasto lettera morta. Senza però iniziative appropriate di risparmio e di rilancio della filiera della salute non risolveremo nulla. Si tratta dell’ultima occasione che abbiamo per valorizzare il SSN con un accentramento di numerose materie sul piano nazionale per garantire uniformità sull’intero territorio ed evitare sprechi, come stabilito dal Patto per la Salute. Ma è anche urgente, come indicato da Assobiomedica, che si avvii una profonda riorganizzazione del sistema ospedaliero, si introducano iniziative di prevenzione delle infezioni ospedaliere, si sviluppi in tempi brevi un sistema di assistenza territoriale e domiciliare, si introducano percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali per specifiche patologie, si garantisca ai cittadini l’accesso a dispositivi innovativi e di qualità che tengano conto delle specifiche esigenze di pazienti e operatori medico-sanitari”.
 
Lorenzo Proia

15 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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