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Analisi del sangue in un chip


Un “mini laboratorio portatile” in grado di analizzare il sangue e dare i risultati nel giro di pochi minuti. Non servono altri tubi né componenti aggiuntivi. A svilupparlo è stato un team internazionale di ricercatori della University of California, Berkeley, della Dublin City University in Irlanda e della Universidad de Valparaiso in Cile.

21 MAR - "Questo è un passo fondamentale per la diagnostica sanitaria globale". Così Lee Luke Lee, professore di bioingegneria all’Università Berkeley, ha presentato Simbas, il “mini laboratorio portatile” in grado di analizzare il sangue e dare i risultati nel giro di pochi minuti. A svilupparlo è stato un team internazionale di ricercatori della University of California, Berkeley, della Dublin City University in Irlanda e della Universidad de Valparaiso in Cile. E il suo utilizzo, spiega Lee, può essere particolarmente utile negli ospedali da campo, “Grazie a questo dispositivo, saranno in grado di rilevare malattie come l’HIV o tubercolosi in pochi minuti. Il fatto che abbiamo ridotto la complessità del biochip e utilizzato componenti in plastica rende, poi, molto più semplice la produzione in grandi volumi a basso costo . Il nostro obiettivo è quello di affrontare la sfida globale della diagnostica con dispositivi di che sono funzionali, economici e veramente portatili”.

Da tempo la ricerca si occupava dello sviluppo di un laboratorio in un chip, ma “finora i progetti prevedevano tubi e componenti di installazione e preparazione necessari per fare funzionare i chip”, ha affermato Ivan Dimov, ricercatore della UC Berkeley sottolineando come, invece, Simbas non abbia bisogno di nulla del genere. Il sistema, infatti, usa le leggi della fisica su microscala per accelerare processi che possono richiedere ore o giorni in un laboratorio tradizionale.
Quando il sangue intero, non trattato, è lasciato cadere sulle insenature del chip, le cellule pesanti dei globuli rossi e bianchi si separano dal plasma e si preparano così per essere analizzate. “Questo – ha spiegato Dimov – avviene grazie alla forza di gravità. I campioni sono naturalmente assorbiti e esaminati dal chip senza bisogno di alimentazione esterna".
 
La ricerca è stata finanziata dalla Science Foundation di Irlanda e dal National Institutes of Health degli Stati Uniti.
 



 

21 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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