Palermo. All’Ismett per la prima volta in Europa tecnologia XPS utilizzata per rigenerare i polmoni destinati a trapianto
I polmoni prelevati avevano evidenziato parametri di funzionalità respiratoria gravemente alterati. L’équipe ha quindi deciso di utilizzare la nuova tecnologia. Gli organi sono stati trasportati presso l’istituto e sono stati collegati all’Xvivo Perusione System per 4 ore. I dati di funzionalità respiratoria si sono dimostrati ottimali e i polmoni sono stati trapiantati con successo in un paziente con insufficienza respiratoria secondaria a fibrosi cistica.
30 SET - E’ stato eseguito per la prima volta presso l’Ismett di Palermo un trapianto di polmone bilaterale con ricondizionamento degli organi prelevati attraverso la tecnologia XPS (Xvivo Perfusion System). E’ la prima volta in Europa che questa tecnologia viene utilizzata per rigenerare i polmoni destinati a trapianto.
La procedura di ricondizionamento (EVLP – Ex-Vivo Lung Perfusion) è una tecnica che permette di migliorare la funzionalità e la qualità dei polmoni prelevati. I polmoni prelevati, vengono inseriti in una macchina in cui vengono riscaldati, perfusi e ventilati, in modo analogo a quanto avviene nel corpo umano, per circa 4 ore. Ciò consente di rivalutare il funzionamento degli organi prima del trapianto e di rigenerare polmoni la cui funzione respiratoria non è ottimale. Grazie a questa tecnica, quindi, possono essere utilizzati anche organi che altrimenti dovrebbero essere scartati perché non idonei.
Oggi solo il 15% dei polmoni da donatore cadavere viene destinato al trapianto, i polmoni sono, infatti, organi che si deteriorano facilmente e per questo spesso non possono essere utilizzati. Con questa metodica è possibile “recuperare” e destinare a trapianto circa il 10% dei polmoni che verrebbero, altrimenti, scartati.
“La lista d’attesa per trapianto di polmone – spiega
Alessandro Bertani responsabile del programma di trapianto di polmoni di Ismett - è purtroppo ancora molto lunga e un’elevata percentuale di pazienti muore prima che sia disponibile un donatore adeguato. Con l’avvio del programma di ricondizionamento polmonare intendiamo contribuire ad aumentare il numero dei trapianti e a ridurre il rischio dei pazienti di non poter ricevere un organo in tempo”.
Nel caso del trapianto eseguito in Ismett i polmoni prelevati avevano evidenziato parametri di funzionalità respiratoria gravemente alterati. Per questo, l’équipe del centro palermitano ha deciso di utilizzare la nuova tecnologia. Gli organi prelevati, sono stati trasportati presso l’istituto e qui sono stati collegati all’Xvivo Perusione System per 4 ore. I dati di funzionalità respiratoria, dopo questa procedura, si sono dimostrati ottimali e i polmoni sono stati trapiantati con successo in un paziente con insufficienza respiratoria secondaria a fibrosi cistica.
Le tecniche di ricondizionamento sono utilizzate da pochi anni con tecnologie e protocolli differenti. La metodica è stata messa a punto a Toronto, in Italia solo poche strutture, quasi tutte del Nord Italia, hanno già eseguito trapianti analoghi utilizzando tecnologie differenti rispetto a quelle del centro palermitano. A Ismett il programma di “ricondizionamento” si basa sull’utilizzo di un apparecchio innovativo denominato XPS che integra in un solo macchinario, progettato appositamente e di dimensioni compatte, tutta la tecnologia necessaria per la “EVLP”.
“L’Ismett ha investito in questa tecnologia innovativa per continuare a offrire le migliori possibilità di cura ai pazienti in attesa di trapianto – spiega
Bruno Gridelli, direttore dell’Istituto –. La scarsità di polmoni per trapianto è drammatica in tutto il paese e in Sicilia in particolare. Questa tecnica ci consentirà di ridurre la mortalità in lista d’attesa. Stiamo considerando di utilizzare la tecnologia di ricondizionamento anche per altri organi”
Rispetto ad altre tecniche fino ad ora utilizzate, con la tecnologia XPS la procedura di “ricondizionamento” è completamente automatizzata e standardizzata secondo comprovati protocolli e studi multicentrici. Ciò rende la procedura più sicura e più verificata. Il supporto di personale sanitario necessario durante la procedura di “EVLP” è minimo e la configurazione della macchina non richiede necessariamente l’utilizzo di una sala operatoria aggiuntiva, e la gestione logistica del processo è più agevole. Infine, la tecnica di prelievo degli organi non richiede scostamenti dal prelievo standard e non comporta necessità di personale o tempi aggiuntivi.
30 settembre 2015
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