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Tumori. Nei primi 6 mesi del 2015 team di Psico-oncologia Ant ha fornito supporto a 1.654 persone


Seguiti 814 assistiti malati di tumore, 500 familiari e 340 familiari per elaborazione del lutto. Dal 2008 hanno potuto usufruire complessivamente del servizio sempre gratuito 7.435 malati, 6.174 familiari e 2.319 familiari per elaborazione del lutto per un totale complessivo di quasi 17.000 persone.

29 SET - È un servizio alla persona e più in generale alla sua rete di relazioni, i familiari in primis, quello che l’Unità di Psico-oncologia di Fondazione Ant offre gratuitamente ai suoi assistiti (4.000 malati di tumore curati ogni giorno gratuitamente a domicilio in 9 regioni italiane) nell’ottica di garantire la migliore qualità di vita possibile, anche in malattia, dal punto di vista non solo fisico, ma anche psicologico e sociale.

Nei primi sei mesi del 2015 il team di Psico-oncologia Ant ha seguito 814 assistiti malati di tumore, 500 familiari e 340 familiari per elaborazione del lutto, per un totale di 1.654 persone. Dal 2008 hanno potuto usufruire complessivamente del servizio sempre gratuito 7.435 malati, 6.174 familiari e 2.319 familiari per elaborazione del lutto per un totale complessivo di quasi 17.000 persone.

Oltre al supporto e psicoterapia rivolti ai malati e alle loro famiglie, il lavoro degli psicologi ANT si svolge nell'ambito dell’équipe con la partecipazione agli incontri finalizzati alla discussione dei casi clinici e alla prevenzione del burn-out e nella formazione con la presenza attiva negli aggiornamenti in Psico-oncologia. Attività di ricerca, incontri sui temi della prevenzione primaria e della salute nelle scuole, oltre al lavoro di selezione, formazione e supervisione dei volontari socioassistenziali, hanno visto impegnata l’Unità di Psico-oncologia per oltre mille ore nei primi sei mesi del 2015.

La malattia neoplastica può comportare infatti una sofferenza emotiva importante, caratterizzata da momenti di ansia e depressione, che stando agli studi colpisce dal 20 al 35% delle persone affette da cancro esacerbando la sintomatologia fisica e interferendo, in alcuni casi, con l’aderenza alle cure. Il distress psicologico quindi, che se si includono anche le forme subcliniche riguarda più del 65% dei pazienti oncologici, oltre a compromettere il decorso della malattia, inficia la qualità della vita non solo della persona ammalata, ma coinvolge in larga parte anche nucleo familiare e caregiver.

L’Unità di Psico-oncologia di Fondazione ANT, operativa da oltre 25 anni, si inserisce nella linea tracciata dalla legge 38/2010, che indica come le cure palliative al paziente oncologico e alla sua famiglia debbano prevedere un approccio individualizzato e multi-professionale che tuteli la qualità della vita fino al suo termine attraverso un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale. In questo senso, una figura professionale di primaria importanza è quella dello psicologo che, come stabilito dall’Accordo Stato-Regioni del 10 luglio 2014, collabora con i medici e gli infermieri dell’équipe di cure palliative sia rispetto alla gestione del paziente e del caregiver sia attraverso programmi di supporto al lutto.

Sono 32, tre in più rispetto al 2014, gli psicoterapeuti attualmente integrati da Fondazione Ant nelle 20 équipe medico-sanitarie multidisciplinari presenti sul territorio italiano. Il servizio di consulenza e supporto psicologico a domicilio e in ambulatorio si rivolge ai malati e alle loro famiglie che vengono accompagnate gratuitamente dal momento della presa in carico del paziente (nelle sedi ANT di Brescia, Bologna, Firenze-Prato-Pistoia, Trani-Barletta-Molfetta, Potenza e Villa d’Agri, gli uffici accoglienza sono infatti gestiti da uno psicologo) fino all’eventuale momento dell’elaborazione del lutto.

Nonostante la letteratura scientifica internazionale, sottolinea la Fondazione, abbia ormai ampiamente confermato la centralità dello psicologo come core member del team oncologico multidisciplinare e sia stato dimostrato come gli interventi psicosociali migliorino il decorso assistenziale e favoriscano un più elevato grado di soddisfazione nel paziente e nei familiari, i tagli imposti dalla spending review hanno purtroppo penalizzato questo tipo di assistenza. Su tutto il territorio nazionale si è infatti recentemente assistito alla riduzione o addirittura alla chiusura di numerosi servizi. "In questa particolare fase di crisi economica che ha coinvolto anche il settore psicosociale, Ant continua a dedicare risorse crescenti all’attività di sostegno e aiuto psicologico alle famiglie in cui emerge tale bisogno”, commenta Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione Ant.
 

29 settembre 2015
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