Diabete mellito. Al via Elastislet, progetto di ricerca europeo che punta sul trapianto di isole pancreatiche biocompatibili
L'iniziativa è finanziata dal Programma Horizon 2020 della Commissione Europea. Obiettivo è migliorare la qualità della vita dei diabetici sia di Tipo I che di Tipo II, sottraendoli all’assunzione costante di insulina e agli effetti collaterali tipici delle terapie correnti. I partner italiani sono l’Università degli Studi di Perugia e Promoscience srl.
30 SET - Aiutare le persone colpite dal diabete mellito a ripristinare il controllo dei livelli di zucchero, senza più la necessità di ricorrere a iniezioni quotidiane di insulina: è questo l’obiettivo di Elastislet, nuovo progetto di ricerca finanziato dal Programma Horizon 2020 della Commissione Europea. Il diabete è una malattia cronica che col trascorrere del tempo può danneggiare irreversibilmente cuore, vasi sanguigni, reni, nervi e occhi. Il numero di persone diabetiche in Europa è in aumento e si prevede che entro il 2030 saranno raggiunti i 38 milioni di casi, con un impatto crescente sui sistemi sanitari nazionali. Stime accreditate dicono che la somma dei costi legati alla malattia di Regno Unito, Spagna, Italia, Francia e Germania è prossima a superare i 188 miliardi di euro.
Elastislet punta a
migliorare la qualità della vita dei diabetici sia di Tipo I che di Tipo II, sottraendoli all’assunzione costante di insulina e agli effetti collaterali tipici delle terapie correnti. Il team di ricercatori del progetto lavorerà a nuove strategie di trapianto di isole pancreatiche sane, in grado si sopperire alla disfunzione delle cellule del pancreas danneggiate dal sistema immunitario. Queste ultime, non riuscendo più ad assicurare la produzione di insulina, determinano infatti un aumento dei livelli di glucosio nel sangue da cui discende una lunga serie di complicanze. Le attuali tecniche di trapianto di isole sane si sono dimostrate efficaci per ripristinare la produzione di insulina nel pancreas. Tuttavia, richiedono un ampio consumo di farmaci immunosoppressori e nel lungo periodo non possono essere considerate risolutive.
Il progetto intende ovviare a questa criticità attraverso la tecnologia dell’incapsulazione, inserendo le cellule pancreatiche sane in capsule capaci di resistere all’attacco immunitario tipico dei trapianti. “La strategia di incapsulazione proposta presuppone l’impiego di un materiale bio-ispirato avanzato, ideato per imitare l’elastina, una proteina elastica normalmente presente nel tessuto connettivo – spiega
José Carlos Rodríguez-Cabello dell’Università di Valladolid (Spagna), coordinatore del progetto -. E’ un approccio con un grado elevatissimo di innovazione rispetto allo stato dell’arte delle tecnologie, non solo impiegate finora ma anche solo investigate”.
Il piano di Elastislet è produrre
un nuovo rivestimento bioingegnerizzato costituito da una famiglia di biopolimeri basati su proteine estremamente innovativi e versatili, che, assemblati in forma di capsule biocompatibili e semipermeabili, consentano sia la diffusione dell’insulina che l’afflusso di sangue e nutrienti alle cellule trapiantate. Sebbene efficace nel mantenere isolato il contenuto dall’attacco immunitario, il materiale di rivestimento sarà in grado di stimolare l’integrazione e la fusione completa tra la capsula e i tessuti circostanti.
I partner italiani del progetto sono l’Università degli Studi di Perugia e Promoscience srl, specializzata nello sviluppo di strategie e strumenti per la valorizzazione e la diffusione dei risultati della ricerca scientifica. A Promoscience, realtà insediata nell’Area Science Park di Trieste, spetterà il compito di gestione l’infrastruttura di condivisione dei dati sperimentali e instaurare un dialogo continuo con i diversi stakeholder per promuovere i risultati del progetto.
30 settembre 2015
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