Quei maschi ‘drogati’ di palestra e di supplementi
di Maria Rita Montebelli
Uno studio presentato al congresso degli psicologi nord americani propone la tesi che i narcisi da palestra, che per ottenere un fisico scolpito e muscoloso assumono anche grandi quantità di supplementi ‘legali’, sarebbero affetti da un disturbo inquadrabile tra quelli del comportamento alimentare, oltre che dell’immagine corporea. Ed è allarme soprattutto tra i più giovani.
09 AGO - E’ una fauna che circola per le palestre di tutto il mondo. Fisico scolpito, muscoli d’ordinanza in bella mostra, dalla ‘tartaruga’, al bicipite guizzante, passando per le spalle imponenti sorrette da un vitino da vespa. Merito di ore ed ore di allenamento certo. Ma anche di generose dosi di ‘supplementi’ che il palestrato metropolitano ingurgita avidamente, dietro ‘prescrizione’ del vicino di panca, quando non del suo
personal trainer.
Ma adesso, una ricerca presentata al congresso dell’
American Psychological Association, propone di etichettare questa pratica estrema di ‘attrezzi-bibitoni’ come una nuova categoria di disturbi del comportamento alimentare, in quanto frutto di un complesso e profondo squilibrio nutrizional-psicologico.
In un’intervista rilasciata alla rete televisiva americana CBS News,
Richard Achiro, della California
School of Professional Psychology presso la Alliant
International University di Los Angeles – sostiene dunque che “gli uomini ossessionati dall’aspetto fisico, spinti da fattori psicologici a raggiungere un livello di ‘perfezione’ fisica maschile, utilizzano farmaci e supplementi in maniera esagerata e assimilabile ad un disturbo del comportamento alimentare.”
Lo studio dei ricercatori americani ha preso in esame 195 uomini di età compresa tra i 18 e i 65 anni che avevano dichiarato di aver assunto nell’ultimo mese supplementi legali ‘da palestra’ (proteine del siero di latte, creatina e L-carnitina) e di essersi allenati almeno due volte a settimana. Ai partecipanti allo studio venivano dunque poste una serie di domande circa le loro abitudini alimentari, i programmi di allenamento e la percezione che avevano del loro corpo.
Il 29% degli uomini esaminati ha affermato di essere interessato all’assunzione di supplementi, il 22% affermava di utilizzarli come sostituti dei pasti e oltre il 40% confessava di averne gradualmente aumentato l’uso nel tempo. L’8% degli intervistati ha inoltre confessato di essere stato ‘ripreso’ dal proprio medico curante, che ha consigliato loro di dare un deciso taglio all’assunzione di queste sostanze e un 3% è finito addirittura in ospedale per complicanze renali o epatiche, correlate ad un uso eccessivo di questi supplementi.
I supplementi ‘legali’ - sottolineano gli autori dello studio – che promettono di far ottenere un corpo magro e muscoloso, considerato ideale nel nostro clima socioculturale, sono diventati il mezzo preferito dagli uomini per alterare il proprio aspetto fisico. Ma quanto emerge dalla lettura dei questionari, sottoposti ai palestrati, mette in luce una serie di fattori psicologici correlati ad un uso eccessivo di questi supplementi, comprendenti anche conflitti di
gender role (gli uomini insomma percepiscono come più ‘maschile’ un fisico ben scolpito); in generale inoltre la loro auto-stima risultava molto dipendete dal livello di soddisfazione del loro aspetto fisico. Secondo gli esperti è fondamentale mettere in luce le motivazioni sottostanti all’assunzione dei supplementi, per evidenziare la presenza di eventuali problemi psicologici sul nascere.
La
National Eating Disorders Association (NEDA) americana sostiene che dal 4 al 10% dei maschi in età da
college soffrano di un qualche disturbo alimentare. Negli anni recenti è inoltre molto aumentata l’insoddisfazione dei maschi circa il loro aspetto fisico; fenomeno in parte legato all’aumentata ‘oggettivazione’ sessuale dell’uomo e alla proposta sempre più ossessiva di modelli iper-muscolosi da parte della pubblicità.
Nelle ultime due decadi l’immagine dell’uomo-oggetto si è andata sempre più affiancando a quella della ‘donna-oggetto’, attirando così sempre più l’attenzione sull’aspetto del corpo maschile. “L’immagine dell’uomo ideale inoltre – sostiene in un’intervista alla CBS
Nicole Buchanan, professore associato di Psicologia alla Michigan
State University – si è spostata sempre più verso un modello irraggiungibile e del tutto irragionevole per la maggior parte dei maschi”. E a complicare ulteriormente la questione c’è il fatto che la maggior parte degli uomini pensano di essere immuni ai disturbi del comportamento alimentare, ritenendoli una patologia da ‘femmine’.
Quello presentato al congresso degli psicologi nord americani è il primo studio in assoluto ad aver dimostrato in maniera empirica che l’insoddisfazione dell’aspetto del proprio corpo, cioè una mancata corrispondenza tra ‘fisico ideale’ e ‘fisico reale’, giochi un ruolo preponderante nell’iniziare e nel continuare ad assumere i supplementi ‘da palestra’.
Le persone che fanno uso di questi supplementi ‘legali’ in genere non cadono negli eccessi dei
body builder e nemmeno in quelli di chi persegue diete da fame; resta il fatto che l’errata percezione dell’aspetto fisico o la profonda insoddisfazione per quello che riflette lo specchio, non possono essere considerati ‘normali’. E sono i più giovani quelli più a rischio e più dediti ai supplementi ‘legali’, assunti anche in grandi quantità per mettere su muscoli, ma anche per dimagrire, utilizzandoli come sostituti di un pasto.
In passato alcuni studi avevano messo in evidenza la presenza di comportamenti orientati alla ricerca di un ideale corporeo irreale tra i palestrati
gay; questo studio invece dimostra che questi comportamenti possono essere rintracciati tra gli uomini di qualunque orientamento sessuale e che il
drive è in genere sempre quello di una bassa auto-stima.
Da questo punto di vista, l’uso eccessivo di supplementi da palestra andrebbe assimilato, secondo gli autori, all’assunzione di altre sostanze da abuso e può rappresentare un modo molto pericoloso di affrontare le emozioni scaturite da varie esperienze di vita o il senso di insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto fisico. Di certo inoltre la categoria dei maschi in generale supera alla grande quella delle femmine in un tipo di disordine dell’immagine corporea/disturbo alimentare, cioè quello dell’eccessivo allenamento fisico.
“Il grado di autostima di queste persone – sottolinea la Buchanan - è direttamente correlato alla loro massa muscolare o all’ottenimento di una bassa percentuale di massa grassa; sarebbe invece auspicabile dedicarsi a costruire una sana auto-stima, basata sul come siamo, come esseri umani in generale.”
Maria Rita Montebelli
09 agosto 2015
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci