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Melanoma avanzato. Ok del Chmp per uso Nivolumab. Si attende ora il via libera definitivo della UE 


Il primo e unico inibitore del checkpoint immunitario PD-1 a ricevere dal Chmp una valutazione con procedura accelerata nel melanoma. Il parere favorevole, che si basa sul superiore beneficio di sopravvivenza dimostrato nello studio CheckMate -06, è arrivato per il trattamento del melanoma avanzato sia in prima linea che nei pazienti precedentemente trattati.

24 APR - Bristol-Myers Squibb ha annunciato che il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i farmaci (EMA) ha espresso parere favorevole raccomandando l'approvazione all’utilizzo di nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, nei pazienti con melanoma avanzato (non operabile o metastatico) sia in prima linea che precedentemente trattati. Questa è la prima opinione positiva espressa dal CHMP per un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che passa ora al vaglio della Commissione Europea, che ha l'autorità di approvare i medicinali nell'Unione Europea.
 
Il nivolumab, proprio pochi giorni fa, era entrato in un programma Aifa per l'uso compassionevole per i pazienti con diagnosi di tumore al polmone squamocellulare non resecabile e/o metastatico e che accoglierà nuovi pazienti fino alla data dell'approvazione europea, ormai prossima.

L'Ema ha concesso a Bristol-Myers Squibb, per nivolumab, la procedura di valutazione accelerata basandosi, secondo l'attuale regolamentazione, su quanto previsto dalla linea guida sui "medicinali con maggiore rilevanza dal punto di vista di innovazione terapeutica ed impatto sulla salute pubblica”.

"Siamo lieti della opinione positiva del CHMP che segna un passo avanti nel portare questo importante medicinale in Europa per i pazienti con melanoma avanzato che hanno l’esigenza di nuove opzioni terapeutiche - ha affermato Michael Giordano, senior vice president, Head of Development, Oncology -. Il nostro obiettivo è trasformare l'approccio al cancro nella pratica clinica per aumentare i benefici sui pazienti. In Bristol-Myers Squibb continuiamo ad espandere il nostro portfolio in immuno-oncologia attraverso un approccio multidisciplinare, dal melanoma a molti altri tipi di tumore, con l'obiettivo di offrire a sempre più pazienti una opportunità di sopravvivenza a lungo termine".

Opinione positiva basata sugli studi CheckMate -066 e CheckMate -037
La valutazione accelerata del CHMP si basa sui dati di due studi di fase III (CheckMate -066 e CheckMate -037), che hanno dimostrato l'efficacia e la sicurezza di nivolumab nel melanoma avanzato.i In entrambi gli studi, il dosaggio di nivolumab era lo stesso e cioè 3 mg/kg ogni due settimane.i Lo studio randomizzato, in doppio cieco, di fase III, CheckMate -066 ha confrontato nivolumab verso la chemioterapia con dacarbazina (DTIC) in pazienti con melanoma avanzato naïve al trattamento. È il primo studio di fase III con un inibitore sperimentale del checkpoint immunitario PD-1 ad aver dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale nel melanoma avanzato, con un tasso di sopravvivenza ad un anno del 73% con nivolumab vs 42% con dacarbazina e una riduzione del rischio di morte del 58% nei pazienti trattati con nivolumab (hazard ratio [HR] per morte 0,42; p < 0,0001).i,iii Anche il tasso di risposta obiettiva era significativamente più alto con nivolumab rispetto a dacarbazina (40% vs 14%; p < 0,0001).

Un secondo studio di fase III, CheckMate -037, randomizzato, controllato, in aperto, ha valutato nivolumab vs uno schema di chemioterapia a scelta del medico (dacarbazina in monoterapia o carboplatino e paclitaxel) in pazienti con melanoma avanzato già trattati con ipilimumab. Lo studio ha mostrato un miglioramento del tasso di risposta obiettiva del 32% nel braccio nivolumab, con la maggior parte delle risposte (95%)iv ancora in corso. Le risposte a nivolumab sono state osservate indipendentemente dalla presenza della mutazione BRAF o dall'espressione di PD-L1.i Questi dati sono supportati da uno studio di fase 1b (studio -003) in pazienti con melanoma avanzato in recidiva o metastatico, che ha rappresentato la prima caratterizzazione del rapporto rischio/beneficio di nivolumab nel melanoma avanzato.

Il profilo di sicurezza di nivolumab è stato valutato in migliaia di pazienti arruolati nell’ambito di un vasto programma clinico e gli eventi avversi correlati al trattamento sono stati generalmente trattati utilizzando gli specifici algoritmi di sicurezza.  

24 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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